La doratura è una tecnica che accompagna da sempre la storia dell'arte.Ma cosa intendiamo per doratura?Di fatto è l'applicazione di foglia o polvere d'oro sui dipinti, legni, metalli, materiali lapidei ecc.Sugli intonaci pittorici l'adesione avveniva col metodo detto "a missione", applicando l'oro su una stesura di olio di lino misto ad altri ingredienti precedentemente sottoposti a bollitura, o "a conchiglia", cioè con oro in polvere addizionato di gomma arabica. Per i dipinti su tavola la foglia era applicata "a mordente" quando non si prevedeva di ricorrere alla successiva brunitura, stendendola direttamente su un mordente untuoso.Si utilizzavano anche tecniche di doratura a olio, a bolo o guazzo (in questo caso, secondo Filippo Baldinucci, il supporto era preparato con una stesura di gesso da doratore, quindi bolo temperato con chiara d'uovo, essiccato e poi bagnato su cui veniva applicata la foglia brunita), a fiamma, a chiara d'uovo.Il bolo in particolare è un argilla colloide di diverso colore, dal rosso scuro al giallo, marrone o nero. Venne usato dal XIV secolo come mordente per la doratura di superfici lignee tramite l'applicazione di sottili foglie oro; il colore del bolo influiva sulla trasparenza della doratura, rendendo il tono dell'oro molto caldo. Nella pittura murale le dorature erano eseguite in particolare facendo aderire la foglia oro ad una lamina di stagno mediante un mordente oleo-resinoso; ritagliato poi il particolare voluto, lo si applicava sull'intonaco, talvolta potendolo anche brunire. La brunitura era un'operazione di accuratissima spianatura e levigatura della superficie di foglia oro, che ha per effetto anche di scurire l'oro.La doratura era anche utilizzata per impreziosire opere realizzate in materiali meno nobili dell'oro come il bronzo o il rame, o per porre in risalto alcune parti di manufatti in argento; fino al XIX secolo fu impiegata la tecnica ad amalgama di mercurio, che consisteva nel liquefare il mercurio insieme all'oro e nell'applicarlo sulla superficie da dorare. Questa veniva riscaldata per far evaporare il mercurio in modo che l'oro aderisse perfettamente alla superficie metallica.Oggi gli artisti, oltre a queste tecniche del passato, si possono avvalere di una sere di vernici, acrilici e foglie simil-oro, molto più economiche, ma di minor resa estetica!
Magazine Arte
La doratura è una tecnica che accompagna da sempre la storia dell'arte.Ma cosa intendiamo per doratura?Di fatto è l'applicazione di foglia o polvere d'oro sui dipinti, legni, metalli, materiali lapidei ecc.Sugli intonaci pittorici l'adesione avveniva col metodo detto "a missione", applicando l'oro su una stesura di olio di lino misto ad altri ingredienti precedentemente sottoposti a bollitura, o "a conchiglia", cioè con oro in polvere addizionato di gomma arabica. Per i dipinti su tavola la foglia era applicata "a mordente" quando non si prevedeva di ricorrere alla successiva brunitura, stendendola direttamente su un mordente untuoso.Si utilizzavano anche tecniche di doratura a olio, a bolo o guazzo (in questo caso, secondo Filippo Baldinucci, il supporto era preparato con una stesura di gesso da doratore, quindi bolo temperato con chiara d'uovo, essiccato e poi bagnato su cui veniva applicata la foglia brunita), a fiamma, a chiara d'uovo.Il bolo in particolare è un argilla colloide di diverso colore, dal rosso scuro al giallo, marrone o nero. Venne usato dal XIV secolo come mordente per la doratura di superfici lignee tramite l'applicazione di sottili foglie oro; il colore del bolo influiva sulla trasparenza della doratura, rendendo il tono dell'oro molto caldo. Nella pittura murale le dorature erano eseguite in particolare facendo aderire la foglia oro ad una lamina di stagno mediante un mordente oleo-resinoso; ritagliato poi il particolare voluto, lo si applicava sull'intonaco, talvolta potendolo anche brunire. La brunitura era un'operazione di accuratissima spianatura e levigatura della superficie di foglia oro, che ha per effetto anche di scurire l'oro.La doratura era anche utilizzata per impreziosire opere realizzate in materiali meno nobili dell'oro come il bronzo o il rame, o per porre in risalto alcune parti di manufatti in argento; fino al XIX secolo fu impiegata la tecnica ad amalgama di mercurio, che consisteva nel liquefare il mercurio insieme all'oro e nell'applicarlo sulla superficie da dorare. Questa veniva riscaldata per far evaporare il mercurio in modo che l'oro aderisse perfettamente alla superficie metallica.Oggi gli artisti, oltre a queste tecniche del passato, si possono avvalere di una sere di vernici, acrilici e foglie simil-oro, molto più economiche, ma di minor resa estetica!
Potrebbero interessarti anche :
