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Dormire dolce dormire

Da Giocare Per Crescere
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“….. purché dorma di notte!”

Il sonno dei bambini è motivo di lamento per molti genitori.

Dolci creature che sin dalla più tenera età, sposando appieno la filosofia del “dormire è tempo sprecato”, decidono dispoticamente di allargarla a tutta la famiglia.

Inizia così il calvario delle notti insonni, spole fra lettino e lettone, chilometri percorsi nel corridoio di casa, cullando quel pargolo che di dormire pare non abbia proprio intenzione. 
Ora, esistono molte ricette per garantire il sonno al proprio piccolo e, per come descritte nei libri ,paiono davvero miracolose.
“ …… perché allora sul mio bambino non funzionano?!”

Spesso la causa dell’inefficacia di un metodo, sta nella sua applicazione intermittente. In particolare accade che inizialmente l’adulto segua i suggerimenti proposti, ma immediatamente, si rende conto che ciò che l’attende, almeno nella prima fase, può essere più faticoso e impegnativo rispetto a quanto fatto fino a quel momento. Ecco allora che se i risultati non sono immediati si abbandona il tutto e con esso, anche la speranza che la situazione possa migliorare.

“Nulla rende impossibile la guarigione, quanto cambiare continuamente la medicina”.
Prendiamo ad esempio il metodo proposto da Eduard Estivill nel libro “fate la nanna”. Si tratta di una strategia a mio avviso molto efficace, purché si seguano dettagliatamente, in modo sistematico, le indicazioni suggerite. Il presupposto di base consiste nel fatto che è possibile “educare” il bambino a dormire da solo” attraverso semplici ed amorevoli gesti , purché ripetuti pazientemente nel tempo.

Questi, se da un lato sostengono il piccolo in questa importante conquista, dall’altro insegnano all’adulto a non cadere nelle trappole emotive del bambino, messe in atto, col tentativo di ottenere ciò che desidera: papà e mamma a sua disposizione.

A quei genitori che hanno difficoltà a tollerare il pianto del proprio bimbo e per tale ragione finiscono sempre per cedere alle sue volontà, forse sarà utile sapere che, dai 2 ai 5 anni il bambino è impegnato nel processo di autonomia e per quanto possa sembrare paradossale, uno dei traguardi per lo sviluppo dell’autonomia è la capacità del bambino di sperimentare la sua influenza ed il suo potere sui genitori. Nonostante ciò ai piccoli non piace comandare. Essi preferiscono essere guidati che guidare e che il potere sia nelle mani del genitore. In genere i bambini che riescono a comandare l’adulto sono più nervosi ed irritabili , mentre invece quelli che trovano negli adulti una guida sicura sono in genere più sereni e rilassati.

Roussea sosteneva: “La peggiore educazione per un bambino è lasciarlo ondeggiare fra la sua volontà e la vostra e gareggiare continuamente fra voi e lui a chi sarà il padrone”.


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