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Jane parla con Dorothy che non ricorda assolutamente nulla di quanto successo e le diagnostica una forma di grave schizofrenia con presenza di personalità multiple. Vorrebbe portarla sulla terraferma per curarla ma non glielo permettono. Perchè ?
Dorothy Mills si presenta da subito come una sintesi magari anche un po' bizzarra di vari tipi di horror sconfiando anche nel thriller psicologico: si va dalla ghost story alla possessione del classico bambino indemoniato fino al paganesimo ancestrale di una pellicola culto come The Wicker man, richiamata nell'ambientazione isolana e nella costruzione di un'atmosfera di chiusura totale verso ogni influsso esterno.
Il tutto è gestito con una certa oculatezza dall'esperta Agnes Merlet che riesce a tenere coperto il proprio gioco per tutti i quasi 100 minuti della durata non dicendo nulla di originale in realtà , perchè anche il twist finale della sceneggiatura è un qualcosa che profuma di deja vù, ma riuscendo ad offrire uno spettacolo degnissimo di una visione disimpegnata, confezionato degnamente ( la fotografia valorizza gli scenari naturali di bellezza maestosa) e con due protagoniste femminili assolutamente sopra la media.
Anche il coro di caratteristi che è alle loro spalle ( tra cui Gary Lewis) è formato dalle classiche facce giuste al posto giusto.
Tutto questo non è affatto male per un film girato con due euri, senza effetti speciali e comunque anche se girato con poco finanziato dall'Irish Board e da Euroimages Fund visto che è una coproduzione tra Irlanda e Francia. E qui torniamo al solito discorso del sostegno reale al cinema dato dai vari governi e governanti. Sempre la solita domanda.
Perchè loro si e noi no?
Meglio parlare d'altro.
Dicevamo delle performances delle due attrici protagoniste che sono veramente degne di nota.
Se per Carice Von Houten tutto questo non stupisce perchè già ampiamente conosciuta per bravura e per bellezza ( è veramente magnetica questa donna), si resta meravigliati dalla prova camaleontica dell'allora esordiente Jenn Murray, credibile sia come bambinetta ingenua che come teppista ubriacona, la quale riesce a modulare la voce in modo eccellente negli incontri con la pischiatra ( decisamente il clou del film) a tal punto che viene quasi il dubbio che sia doppiata. E pare che non sia così.
Proprio per questo l'unico modo di apprezzarla è vedere il film in lingua originale e non dovrebbe essere un problema visto che non mi risulta che il film sia stato doppiato in italiano.
Dorothy Mills non entrerà mai negli annali del genere perchè forse sconta un po' troppi debiti con il cinema di genere a cui appartiene: si parte da L'esorcista e da The Wicker man , si passa per il kinghiano A volte ritornano e si arriva a Il sesto senso e a The Others in una sintesi abbastanza efficace tra psichiatria e soprannaturale.
Ma è un degno esponente di genere che non ha scivolate clamorose nel ridicolo involontario come talvolta succede in generi scivolosi come l'horror o il thriller psicologico tra cui il film della Merlet si posiziona anche con una certa eleganza.
E se si vuole respirare un pittoresco scorcio d'Irlanda tra i meno conosciuti , allora è perfetto.
( VOTO : 6 + / 10 )
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