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Dortmund, la lezione del Westfalenstadion

Da Cooney

Dopo aver conosciuto più a fondo il Millerntor-Stadion di Amburgo ( link), torniamo in Germania per andare al più famoso Westfalenstadion di Dortmund. Negli ultimi tempi sempre più spesso nominato a esempio di "come devono funzionare" le cose, è in realtà il risultato di scelte fatte più di 40 anni fa, prima di chiunque altro in Europa. Scelte che, e lo vedremo a breve, vennero prese a modello per la ristrutturazione di Ibrox, a Glasgow, e diedero poi il La - nella forma - a tutta la riqualificazione degli stadi britannici tra gli anni '80 e '90.

Dobbiamo partire dal va in scena il derby di Glasgow, scalinata n° 13, singolo tifoso crea un tremendo 1971, mentre "My sweet Lord" di George Harrison scala le classifiche musicali, allo stadio dei Rangers si verifica la seconda grave tragedia della storia del calcio scozzese (e britannico). Sabato 2 gennaio Rangers-Celtic, al quale assistono circa 75.000 persone. All'ultimo minuto del tempo regolamentare, il Celtic passa in vantaggio con una rete di Jimmy Johnstone e, in quel momento, alcuni tifosi stanno già abbandonando lo stadio, com'è peraltro abitudine in Gran Bretagna ancora oggi. Il vantaggio degli avversari porta ancor più tifosi di casa a prendere la via per lasciare l'impianto ma, all'ultimo secondo di gara, Colin Stein segna il gol del pareggio e il pubblico esplode in un'euforia enorme. Molti si ritrovano, quindi, in zone di distribuzione a ridosso delle scalinate d'uscita, presi in mezzo tra chi esce, chi rientra di corsa e chi è ancora sulle gradinate. In particolare, sulla forse perdendo l'equilibrio a causa dell'assembramento di persone. La caduta di un che porta, in pochi attimi, ad avere decine e decine di persone schiacciate l'una sull'altra lungo la scalinata. Moriranno 66 tifosi, tra cui 14 bambini, e almeno 145 saranno i feriti. L'inchiesta successiva chiarisce che, in realtà, al momento dei fatti tutti i tifosi stavano andando nella stessa direzione, quella d'uscita scendendo la scalinata, e le ragioni della tragedia erano da ricercare nell'inadeguatezza dei passaggi, in relazione alla mole di persone in movimento.
Stairway 13, qualcuno cade a terra,
effetto a catena

Lo stato della scalinata dopo il disastro.

L'evento è, chiaramente, di portata decisiva. In Gran Bretagna comincia un'indagine ufficiale sullo stato degli impianti locali, da cui scaturisce il documento Guide to Safety at Sports Ground (noto come "Green Guide"), pubblicato nel 1973 e trasformato in legge nel 1975, come parte integrante del "Safety of Sports Ground Act".

Dortmund, la lezione del Westfalenstadion

Nello stesso periodo, intanto, a Dortmund si costruisce la nuova casa del BVB, peraltro in circostanze piuttosto casuali. La città della Ruhr viene inserita all'ultimo tra quelle ospitanti la Coppa del Mondo 1974, in sostituzione di Colonia, e beneficia dei fondi stanziati dall'organizzazione per la costruzione di un nuovo stadio. Per il Club giallo-nero viene così a crearsi la situazione favorevole per sostituire il vecchio Stadion Rote Erde, impianto ovale per calcio e atletica in uso dal 1920 ma ormai troppo piccolo con i suoi 26.000 posti. Si privilegia il progetto di uno stadio esclusivo per il calcio, capienza 54.000 persone, dall'aspetto semplice ed efficace (pianta di progetto nella foto a lato): quattro gradinate con struttura in calcestruzzo armato pre-fabbricato, dove il secondo anello poggia su pilastri esterni, mentre il primo su un altro ordine di pilastri interni autonomo.
Le quattro tribune sono indipendenti tra loro (gli angoli verranno "riempiti" solo con la ristrutturazione del 2000, in vista dei Mondiali 2006) e la copertura fornisce riparo a circa l'80% dell'impianto, una soluzione di standard elevatissimo per l'epoca.

È qui che il Westfalenstadion traccia un segno forte per il resto d'Europa. In un momento storico in cui gli stadi "sono quelli che già ci sono", a Dortmund si mette in pratica - inconsapevolmente - ciò che in Gran Bretagna stanno appena teorizzando, con la Green Guide. E William Waddell [1] segue tutto questo alla lettera, per impostare la totale ristrutturazione di Ibrox che avverrà tra il 1978 e il 1981:

  • privilegiare la qualità della visuale sul campo, con gradinate coperte;
  • distanza minore possibile tra gli spalti e il terreno di gioco;
  • limitare al massimo gli eventuali pilastri di sostegno della copertura che potrebbero ostruire la visuale;
  • ingressi, scale di distribuzione e accessi numerosi, per uno smaltimento organizzato e fluido della folla (un punto, questo, che verrà però recepito a livello continentale solo dopo le tragedie dell'Heysel e di Hillsborough).

Lo stadio dei Rangers abbandona, quindi, la pianta ovale e viene ad avere tre gradinate indipendenti, su due livelli, completamente coperte e studiate nei minimi dettagli anche per quanto riguarda le aree di passaggio e distribuzione interna - i progettisti calcolano 8 minuti massimi per evacuare lo stadio in caso di emergenza. Ibrox sarà poi ulteriormente ampliato all'inizio degli anni '90 con la "chiusura" degli angoli vuoti fra le gradinate e il rinnovamento della tribuna principale, ma l'impianto resta quello di fine anni '70, guidato dall'esperienza del Westfalenstadion di Dortmund.

Questa sarà la base concettuale per i cambiamenti che verranno imposti a tutti gli stadi britannici a inizio anni '90, con direttive che si svilupperanno poi a cascata anche sulle norme a livello europeo. La naturale evoluzione di una "tipologia" originale inglese di inizio secolo, resa più funzionale e ragionata da necessità (Glasgow) o virtù (Dortmund), che ancora oggi ci porta a dire che questi impianti sono due degli stadi migliori d'Europa in cui vedere una partita di calcio.

  • match inaugurale al Westfalenstadion, 2 aprile 1974, video da youtube, link
  • Stairway 13 - documentario, in inglese, link
  • P. Collier, "Stairway 13: the 1971 Ibrox disaster", The Bluecoat Press, Liverpool, 2007.
  • A. Cunazza, "Lo stadio di calcio nel Novecento: architettura e forma", Tesi di laurea, Facoltà di Architettura, relatore: Annalisa Dameri, co-relatore: Maurizio Lucat, Torino, 2013.


[1] William Waddell (7 mar 1921 - 14 ott 1992), calciatore scozzese, militò nei Rangers dal 1939 al 1955. Diventò poi allenatore del Kilmarnock e, successivamente, proprio dei Rangers, di cui fu anche dirigente e vice-presidente dal 1972 in poi.

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