Lo scandalo del primo calcio scommesse colpì profondamente il calcio italiano nella stagione agonista 1979-1980.
Allora, furono coinvolti giocatori, dirigenti e società partecipanti ai campionati di serie A e B,con l’accusa di aver truccato le partite di campionato attraverso scommesse clandestine che, per la Federazione Italia Gioco Calcio, rappresentavano casi di illecito sportivo.
Le società coinvolte nell’inchiesta furono in serie A, il Milan, la Lazio, il Bologna, l’Avellino, il Perugia ed il Pescara, in serie B, il Palermo ed il Taranto.
L’unica società sportiva che fu prosciolta dall’inchiesta fu il Pescara.
Lo scandalo di quella stagione sportiva 1979-19890 ha il triste record di essere il primo grande scandalo di illeciti sportivi e partite truccate nella storia del calcio italiano.
A dire il vero, anche a livello di federazione ci furono grossi sconvolgimenti. Infatti il presidente federale Artemio Franchi, che all’epoca ricopriva anche il prestigioso ruolo di presidente dell’Uefa, decise, proprio a causa di quanto stava avvenendo, di rassegnare le dimissioni dalla carica che ricopriva. Tutto questo avveniva a soli tre mesi dall’inizio del Campionato Europeo di calcio che si sarebbe disputato proprio in Italia. Il tutto senza evitare le negative conseguenze di visibilità: il nostro calcio perdeva credibilità in Italia e soprattutto all’estero.
Alle diciassette di domenica 23 marzo 1980, il calcio italiano, con le sue storie, i suoi campioni, i suoi miti, la sua retorica fu sbattuto in galera. Quando i carabinieri a quell’ora si presentarono nei più importanti stadi, dove venivano disputate le partite di serie A, per ammanettare alcuni tra i più famosi calciatori del principale campionato professionistico italiano, fu chiaro a tutti che non si era di fronte al cartellino giallo.
Per gli italiani era la fine dolorosa di una passione, la scoperta di un tradimento, peggiore anche di quello della propria amata, moglie o fidanzata che sia, l’amara conferma di un sospetto al quale non si voleva credere. D’altronde non si trattava di una partita truccata ma di un incredibile intreccio di combine che vedeva coinvolta mezza serie A.
Il gioco del calcio, amato da quegli Italiani che per passione si sentivano tutti presidenti di squadre di serie A e selezionatori della nazionale Italiana di calcio e che riempiva le domeniche di milioni di tifosi dentro e fuori gli stadi, incollati alla tv o sulle frequenze della radio, grazie al riuscitissimo programma “Tutto il calcio minuto per minuto” si rendevano conto che era tutto una farsa.
L’irruzione dei carabinieri negli stadi non fu il classico fulmine a ciel sereno, in quanto tre settimane prima, il 1 marzo 1980, Massimo Cruciani, commerciante di frutta all’ingrosso, in preda ad una forte crisi di nervi e pronto al tracollo economico, si era confessato al cospetto di un magistrato della procura della Repubblica di Roma.
Al magistrato racconta che le sue disgrazie cominciarono quando Alvaro Trinca, proprietario del ristorante “Le Lampare” gli presentò alcuni suoi clienti: i calciatori della Lazio, Wilson, Manfredonia, Giordano e Cacciatori.
Per Cruciani, appassionato di calcio ed amante delle scommesse fu, sembra proprio il caso di dire, un gioco da ragazzi fare amicizia con i 4 giocatori della Lazio, gli stessi che, stando alle sue confessioni, gli dissero che truccare i risultati delle partite di campionato era possibile: si poteva scommettere risultando sicuramente vincitori. Il Cruciani decise allora di intraprendere una serie di attività di gioco d’accordo con i 4 amici calciatori e con eventuali altri che si sarebbero dichiarati disponibili.
Il giochino delle partite combinate era molto facile: alcuni calciatori della due squadre in campo si mettevano d’accordo per aggiustare una partita, si puntava una bella somma al totonero e si divideva il gruzzolo in caso di vittoria.
Ma in realtà quel giochino delle partite combinate diventa, per Cruciani, un gioco molto pericoloso: in poco tempo, viene raggiunto da una serie di intimidazioni e minacce e viene ridotto economicamente sul lastrico.
Il Cruciani prende contatti con Magherini, un giocatore del Palermo, al fine di combinare il risultato della partita Taranto-Palermo che sarebbe dovuta finire con un pareggio. Lo stesso Magherini, tramite Cruciani punta 10 milioni sul pareggio.
Contrariamente ai patti, la partita viene vinta dal Palermo. In questo strano mondo del calcio scommesse, spesso capita che qualcosa vada storto per cui al posto del previsto pareggio, organizzato da alcuni giocatori delle due squadre, vince la squadra fuori casa.Il mancato pareggio tra Taranto e Palermo costa al Cruciani i 160 milioni che aveva puntato, sicuro di una facile vincita.
Cruciani in poco tempo è rovinato da perdite di centinaia di milioni e gli allibratori clandestini non mancano di minacciarlo.
Cruciani di fronte a questo quadro della disperazione, trova il coraggio di denunciare tutto all’autorità giudiziaria.
Di seguito il testo originale dell’esposto presentato da MASSIMO CRUCIANI, scommettitore «beffato», alla Procura della Repubblica di Roma: un’autentica bomba innescata per il calcio italiano
Ill.mo Signor Procuratore, io sottoscritto Cruciani Massimo nato a Roma, il 15-8-1948, sottopongo alla cortese attenzione della S.V. Ill.ma il seguente esposto, i fatti sottoelencati sono necessariamente scarni data la estrema complessità della vicenda; per cui, nel pormi a completa disposizione della S.V. Ill.ma fornirò in prosieguo tutti i dettagli che la S.V. medesima riterrà utili ai fini dell’indagine. Verso la metà del 1979, frequentando il locale ristorante «Le Lampare», di proprietà del Sig. A. T. che rifornivo di frutta possedendo un magazzino all’ingrosso, ebbi modo di conoscere alcuni giocatori di calcio, tra i quali in particolare Giuseppe WILSON, Lionello MANFREDONIA, Bruno GIORDANO, Massimo CACCIATORI.
Intervennero gradualmente, con costoro, dei rapporti di amicizia, alimentati dal mio interesse per il calcio e per le scommesse clandestine e non che ruotano intorno al mondo del pallone. I quattro giocatori, in proposito, mi dissero chiaramente che era possibile «truccare» i risultati delle partite, con il che, ovviamente, scommettendo nel sicuro. Mi precisarono, a titolo di esempio, che era scontato il risultato della partita PALERMO-LAZIO (amichevole) verificatasi, mi pare, nel mese di ottobre 1979 attraverso l’intervento dì Guido MAGHERINI, giocatore del PALERMO.
Accettai l’idea e decisi di intraprendere una serie di attività di gioco d’accordo con i suddetti giocatori e gli altri che a volta a volta, come mi si disse, si sarebbero dichiarati disponibili. Iniziò così, per me, una vera e propria odissea che mi ha praticamente ridotto sul lastrico ed esposto ad una serie preoccupante di intimidazioni e minacce.
Come ho già detto, tutta la vicenda è costellata di tali e tanti episodi dettagliati che, in questa sede, mi limiterò ad illustrarne alcuni, riconfermandomi a disposizione della S.V. Ill.ma per tutto il resto. Successivamente, ad esempio, alla partita PALERMO-LAZIO accennata, presi contatti con il MAGHERINI per combinare il risultato della partita TARANTO-PALERMO prevista per il 9-12-1979. In proposito il MAGHERINI organizzò il pareggio delle due squadre a patto che io giocassi sul risultato, nel suo interesse, 10.000.000 e altri 10.000.000 consegnassi a ROSSI Renzo e QUADRI Giovanni del TARANTO.
Contrariamente ai patti, vinse il PALERMO. Il MAGHERINI, a tal punto, avrebbe dovuto rifondermi i 10.000.000 giocati per lui ed i 10.000.000 consegnati ai giocatori del TARANTO, ma si rifiutò. Inoltre in seguito al mancato rispetto degli accordi ho perduto, insieme ad altri scommettitori che meglio preciserò in prosieguo, L. 160.000.000 presso svariati allibratori clandestini.
A seguito delle mie rimostranze, il MAGHERINI mi promise il risultato certo della partita LANEROSSI VICENZA-LECCE. Nella stessa occasione egli combinò, d’accordo con i citati giocatori della LAZIO il risultato MILAN-LAZIO (entrambe le partite ebbero luogo il 6-1-1980). Per quanto riguarda la Partita LANEROSSI VICENZA-LECCE il MAGHERINI mi mise in contatto con Claudio MERLO giocatore del LECCE, il quale ricevette da me un assegno di L. 30.000.000 assicurando la sconfitta della sua squadra. Per quanto riguarda l’altra partita MILAN-LAZIO i giocatori biancazzurri GIORDANO, WILSON, MANFREDONIA e CACCIATORI si accordarono con Enrico ALBERTOSI del MILAN affinché si verificasse la vittoria di quest’ultima squadra. Per quest’ultima partita consegnai tre assegni da 15.000.000 e due da 10.000.000 a GIORDANO, WILSON, MANFREDONIA, VIOLA e GARLASCHELLI, affidandoli materialmente a MANFREDONIA. Ulteriore assegno di L. 15.000.000 consegnai a CACCIATORI Massimo (Lazio) il quale provvide ad incassarlo intestandolo a certo sig. Orazio SCALA.
Il Milan, da parte sua, contribuì alla «combine» con l’invio di L. 20.000.000 liquidi che mi portò a Roma, nel mio magazzino di Via (omissis) il giocatore di tale squadra Giorgio MORINI, due giorni dopo il rispettato esito dell’incon-tro. In conseguenza nei citati accordi, ed in cambio del loro contributo, WILSON, MANFREDONIA, GIORDANO e CACCIATORI mi chiesero di puntare per loro 20.000.000 sulla sconfitta della LAZIO. La vincita di lire 80.000.000 d’accordo con i quattro anziché consegnarglieli avrei dovuto usarli per pagare i giocatori dell’AVELLINO (Cesare CATTANEO, Salvatore DI SOMMA, Stefano PELLEGRINI) i quali avrebbero dovuto perdere contro la LAZIO la settimana successiva.
Io ed altri scommettitori, in base agli accordi di cui sopra, abbiamo scommesso per «l’accoppiata» costituita dai due risultati concordati, circa 200.000.000 di lire: cifra perduta per il mancato rispetto dell’impegno assunto dalla squa-dra leccese la quale ha pareggiato 1-1. Tutto quanto sopra, costituisce una esemplificazione di come si svolgessero i moltissimi episodi di cui è costellata questa storia, che, come più volte precisato illustrerò in prosieguo, nei dettagli, alla S.V. Ill.ma.
Desidero peraltro precisare che le squadre coinvolte in questa storia sono anche l’AVELLINO, il GENOA, il BOLOGNA, la JUVENTUS, il PERUGIA, il NAPOLI. Ciò nel senso che i relativi giocatori o meglio alcuni di essi come Carlo PETRINI (Bologna), Giuseppe SAVOLDI (Bologna), PARIS (Bologna), ZINETTI (Bologna), DOSSENA (Bologna), COLOMBA (Bologna), AGOSTINELLI e DAMIANI (Napoli), Paolo ROSSI e DELLA MARTIRA e CASARSA (Perugia), GIRARDI (Genoa) ed altri hanno partecipato agli incontri truccati percependo denaro o richiedendo, in cambio dei loro favori, forti puntate nel loro interesse.
Ho invece perduto, insieme ad altri scommettitori, centinaia e centinaia di milioni per scommesse perdute in seguito al mancato rispetto di precisi e retribuiti accordi da parte di giocatori. Preciso ancora che molti allibratori clandestini i quali a seguito delle recenti notizie giornalistiche hanno capito di avermi talora pagato vincite in ordine a risultati precostituiti, hanno preteso con gravi minacce la restituzione di circa 300.000.000 (da me ed altri scommettitori) trattenendo peraltro, ovviamente, le ben più ingenti somme perdute in seguito ai non rispettati accordi di cui sopra.
Sono ormai completamente rovinato eppure vivo ancora nel terrore di minacce e rappresaglie.
Nel confermarmi a completa disposizione della S. V. Ill.ma e riservandomi di depositare la documentazione in mìo possesso, precisare nomi di testimoni e tutte quelle circostanze che la S. V. medesima riterrà utili, porgo deferenti ossequi.
Roma, 1 marzo 1980
Giuseppe Parente