Il 7 novembre al Parlamento Europeo di Bruxelles verrà discusso un dossier presentato dal danese Søndergaard, insieme al suo collaboratore Roberto Galtieri. I due per quattro anni hanno indagato su dove fossero terminati gli stanziamenti europei dopo il grave sisma de L’Aquila.
Il quadro che ne esce è allarmante. Di tutto ciò che si è sentito dire, in particolare del “miracolo aquilano”, non ne rimane nulla. Le cifre sono impietose e i risultati ancor di più. I costi preventivati sono stati tutti sforati, gli edifici sono tutti già deteriorati, almeno duecento dei settemila isolatori sismici sarebbero destinati a sbriciolarsi qualora la Terra dovesse tornare a tremare come quattro anni fa, e nessuno sa quali siano questi isolatori fallati.
Il dossier sottolinea, inoltre, come da quattro anni, solo due edifici, uno pubblico e uno privato, siano stati ricostruiti nella zona rossa della città, ovvero nel centro storico. Per di più, contrariamente alle disposizioni della Comunità Europea, nelle scuole e nelle non sono presenti pannelli a indicare come ciò sia stato costruito con finanziamenti comunitari, anzi è specificato che sono donazioni private.
Ma i due osservatori hanno evidenziato come sia possibile che nei lavori di ricostruzione sia infiltrata anche la criminalità organizzata. Molti subappaltatori non dispongono del certificato antimafia obbligatorio e inoltre un latitante è stato scoperto nei cantieri di una delle imprese appaltatrici. Una parte dei fondi sono stati pagati a società che hanno legami diretti o indiretti con la criminalità organizzata. E la commissione aveva già scoperto casi di frode che erano stati comunicati al Dipartimento della Protezione Civile, ma questi sono stati scambiati da quest’ultima con progetti nei quali non vi è alcuna frode.
Per quanto riguarda le abitazioni, si pensa che tra qualche anno si possa iniziare a pagare l’affitto, e in tal caso l’Italia dovrebbe rimborsare il finanziamento ricevuto, perché i fondi europei non possono essere utilizzati in attività che generino profitto.
Non resta che aspettare giovedì prossimo, quando il Parlamento, si riunirà e sarà possibile seguire il tutto in diretta streaming.
Profilo di Marco Licandro
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