Noi vogliamo cantare l’amor del pericolo, l’abitudine all’energia e la temerarietà…
Si apre così Dossier Tav, con un estratto dal Manifesto del Futurismo di Filippo Tommaso Marinetti, che inneggiava all’evoluzione tecnologica e all’uscita “dall’immobilità penosa”, esaltava la velocità e il mezzo che della velocità era l’immagine per eccellenza: il treno.
Ed è proprio il treno ad essere al centro di feroci dibattiti sin dal 1990, anno di ideazione della linea ad alta velocità che collegherebbe Torino a Lione. Da allora sono cambiate molte cose, a partire dai referenti di governo fino ad arrivare alle forme di dissenso. Due elementi sono però rimasti uguali alle origini: la ferrea opposizione alla costruzione dell’opera da parte degli abitanti della zona dove la nuova linea dovrebbe passare e, di contro, l’affermazione degli organi istituzionali che questa infrastruttura è essenziale per lo sviluppo economico e sociale dell’Italia.
Claudio Calia, autore dell’opera, prova ad analizzare, attraverso lo studio di documenti ufficiali, le motivazioni dei due schieramenti contrapposti, pur appartenendo apertamente al coro dei contrari; questo suo essere dichiaratamente di parte non è gli è di ostacolo dal condurre un’analisi equilibrata degli eventi.
Il fumetto in questione si cimenta nel proporre quasi 25 anni di vicissitudini in poco più di cento pagine di narrazione per immagini, e lo fa sovrapponendo diversi piani di racconto, non solo a livello temporale ma anche emotivo.
La componente personale dell’autore assume infatti un ruolo prevalente, che permea l’intero libro e con la quale si è portati inevitabilmente a confrontarsi.
Dopo una parte iniziale dedicata a un’analisi prettamente giornalistica degli eventi, Calia si spinge più a fondo, portando il lettore a confrontarsi con la rabbia di chi si è visto portare via terreni e libertà.
Chi legge viene spostato continuamente da una visione dall’interno della vicenda a una più distante, televisiva: si partecipa alla visione degli eventi insieme all’autore per poi essere improvvisamente catapultati in Val Susa, tra forze dell’ordine e manifestanti. Si è immersi in tutto questo e si cerca di comprendere le ragioni dell’una e dell’altra parte, perennemente in contrapposizione tra loro, come due giocatori di Risiko che cercano di soffiarsi terreni l’un l’altro. Vengono analizzati i punti d’ombra dell’intera vicenda, la questione della democrazia e quella delle indagini sul campo promosse dagli enti istituzionali, i cui risultati non trovano d’accordo le associazioni locali contrarie alla Tav. Alcune questioni vengono risolte, altre, purtroppo, si perdono nei meandri della burocrazia e dell’omertà.
Il fumetto fornisce un’ampia visione sull’intero argomento, riuscendo ad integrare le informazioni che offre al lettore con quelle che derivano dagli altri media, che molto spesso si riducono alla mera cronaca di fatti di violenza. Questo è possibile anche grazie all’immedesimazione a cui si è portati, tramite un uso del disegno più che adatto allo scopo, schematico, essenziale ma non per questo meno coinvolgente. Le parole della gente, politici, giornalisti e persone comuni, spesso occupano l’intero spazio visivo, in maniera quasi soffocante, fino a fuoriuscire dai limiti delle vignette, giungendo idealmente all’orecchio di chi legge, oltre che all’occhio.
Si parla di un treno, un treno che ancora prima di essere costruito ha già idealmente diviso in due una valle, ma anche di emozioni e sentimenti forti, come la rabbia e la frustrazione di chi difende a tutti i costi la propria terra.
Come scrive Calia, il ‘900 italiano si è aperto con il Manifesto del Futurismo e si è chiuso con l’applicazione concreta degli stilemi proposti da Marinetti, anche se, forse, ancora non se ne è compresa la vera natura. Ma Dossier Tav offre un ottimo spunto di riflessione.
Abbiamo parlato di:
Dossier Tav
Claudio Calia
Becco Giallo, 2012
128 pagine, brossurato, bianco e nero – 14,00€
ISBN: 9788897555483
Riferimenti:
Il sito di Claudio Calia: www.claudiocalia.it
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