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I.emergenze e dissoluzioni
per secoli siamo rimasti sotto il caldo e paternalistico cono d’ombra del concetto di dio, consci, felici e contenti che questa è la sua verde terra e che niente poteva andarci peggio, che se qualcosa di storto succedeva era una sorta di punizione per le nostre lascivie e malefatte.ecco poi che, d’un tratto, escono fuori le innovazioni tecnologiche e l’uomo scopre un nuovo dio: la scienza. che- è proprio il caso di dirlo- è divenuto anche più pervasivo e invadente dell’altro dio- quello della chiesa e dei preti- almeno nel nostro quotidiano; non c’è nulla (o meglio: veramente poco) che la scienza non sia in grado di spiegare o fare, ci affidiamo ai suoi marchingegni e, senza di questi, ci sentiamo persi: senza le tecnologie siamo calati in un silenzio assordante, a tu per tu con il battito del nostro cuore, un qualcosa che non siamo più capaci di affrontare (e ascoltare).
II.tracollo
il frutto di questa iper-efficienza positivista è, però, un vuoto insormontabile a livello culturale. il relativismo ha fatto tabula rasa di tutto, ponendo le basi per qualcosa di enormemente benefico, ovvero la possibilità di una vera e propria ri-generazione e dis-intossicazione: la ridefinizione radicale di noi stessi (l’Uomo), dei rapporti tra di noi (le Istituzioni) e del rapporto con la natura (l’Eco-nomia). il punto è che, invece, il relativismo e l’interpretazione spiccia che se ne fa ci hanno scaraventati ancor più in basso, a un livello sub-animale in cui valgono solo fondamentalismi, violenze e il ricorso a un immaginario barbarico e, sempre più sovente, post-apocalittico, realizzando quel proclama oscurantista che percorre la storia dell’occidente come fosse la sua spina dorsale: uomo contro uomo, homo homini lupus, secondo una linea di pensiero che va da Tucidide a Kant.
III.un brusco risveglio
i figli del sub-urbanesimo degradato e indegno hanno iniziato a svegliarsi e a reclamare anche loro quella fetta di “benessere” che lo spirito dei tempi ha imposto come status symbol assoluto, assolutista e totalitario. il rumore dei vetri infranti senza motivo è il suono che più ci terrorizza: ribelli senza causa. è incontrovertibilmente chiaro che il sistema istituzionale (famiglia, scuola, stato, chiesa, esercito) è incapace di gestire il caos che genera e che ha generato, decretando il fallimento della Politica come forma coercitiva, gerarchica e autoritaria: ora è decisamente il caso di convogliare frustrazione e desiderio di libertà per cercare di trovare la serenità (che è la cosa che più manca di questi tempi) e abbattere il fantasma tarlato del Dominio.
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