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“Dove l’acqua è più profonda” di Claire Keegan

Creato il 14 dicembre 2010 da Sulromanzo

“Dove l’acqua è più profonda” di Claire Keegan“Dove l’acqua è più profonda” di Claire Keegan (Neri Pozza Editore, traduzione di Massimiliano Morini)

 

Tutte le volte che andava via, la donna felicemente sposata si chiedeva che effetto doveva fare dormire con un altro uomo. Quel fine settimana aveva intenzione di scoprirlo.

 

È così che inizia questaraccolta di racconti. Con una frase che senza troppi indugi ne rivela il senso: l’imprevisto che fa irruzione nell’esistenza di uomini e donne, travolgendone il quotidiano. Per ciascuno di loro prende una forma diversa, un modo diverso di manifestarsi. A volte è il rischio, altre l’abbandono, altre ancora un’ossessione. Istanti in cui ciò che si credeva di conoscere svanisce per far posto allo smarrimento e al mistero.

In Antartide, così si intitola questo primo racconto, la donna felicemente sposata, dopo aver lasciato un piatto di pasta al forno per i bambini ed essere andata a riprendere i completi di suo marito in lavanderia, se ne va in città. Al marito aveva detto che andava a fare acquisti per Natale. Lui non aveva nessun motivo di non fidarsi. In un bar conosce un uomo dalla carnagione rossastra e i capelli del colore del fango, che indossa una camicia hawaiana con sopra una giacca di pelle e una catena d’oro gli penzola sul petto. Decide che è lui l’uomo. Sarà un incontro che si rivelerà fatale, svelando alla donna un’unica atroce verità: pensò all’inferno, e poi all’eternità, le fa dire l’autrice, e capì che erano la stessa cosa.

 

Mentre in Dove l’acqua è più profonda, il racconto che dà il titolo alla raccolta, una ragazza alla pari è ossessionata da un incubo, sempre lo stesso: è quasi notte, si trova nel giardino di casa, è con il bambino. D’improvviso, la terra trema, sussulta per poi aprirsi in due, e il bambino rimane dall’altra parte. Salta, gli urla lei. Il bambino sorride, si fida. Dai, lo incita, allargandogli le braccia. Salta, gli dice ancora. Lui prende la rincorsa e salta. I suoi piedi oltrepassano il burrone ma poi succede una cosa stranissima, le mani di lei si sciolgono e  il bambino cade all’indietro, nel buio. La ragazza alla pari è sull’orlo del burrone e lo guarda cadere.

Ci sono notti in cui lo fa anche più di una volta, questo sogno.

Il finale è imprevedibile, come in tutti gli altri racconti, ambientati in parte in Irlanda e in parte nel profondo sul degli Stati Uniti d’America.

 

In Amore nell’erba alta, invece, l’improvvisa consapevolezza di un destino che potrebbe essere diverso presume il guardare alla realtà disponendosi al cambiamento; ma non è nel percorso di chiunque la possibilità di farcela, di varcare una porta e arrivare dall’altra parte.

Sono infatti nove anni che Cordelia aspetta, sola, in silenzio. Aspetta che il suo amante lasci la moglie. Nove lunghi lunghissimi anni in cui le si sono imbiancati i capelli, anche se ha appena 40 anni. Nove anni in cui non l’ha più visto. Quando, finalmente, un giorno tutti e tre si incontrano, Cordelia, l’amante e la moglie. Ma niente è come se l’era immaginato Cordelia. L’uomo è sconcertato, irrigidito, non le si avvicina nemmeno. Se ne sta lì, come uno che è arrivato troppo tardi sulla scena di un incidente, sapendo che avrebbe potuto fare qualcosa se solo fosse arrivato prima: E siccome non sanno cosa fare o cosa dire, non fanno niente e non dicono niente. Se ne stanno lì seduti ad aspettare, tre mortali in attesa, in attesa che qualcuno se ne vada.

 

Questi racconti, come gli altri dodici della raccolta, ci mostrano esistenze, tutti microcosmi apparentemente ordinati e ordinari,  dove le ossessioni e le intime tensioni dell’individuo possono sfociare improvvisamente, conducendo a esiti nefasti e inimmaginabili.

Claire Keegan possiede una scrittura tersa, nitida, che trova nella forma e nella dimensione del racconto la capacità di osservare in profondità il dettaglio per riconsegnare, con passo delicato e struggente, l’insieme. Le sue sono storie dalla trama esemplare, in cui convivono con prudenza una strana levità e una sguardo oscuro tanto da poter essere quasi definite delle favole inquietanti per adulti.


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