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Dove la Mafia non esiste

Creato il 08 settembre 2011 da Oblioilblog @oblioilblog

Dove la Mafia non esiste

In Veneto la Mafia non c’è. Gli evasori pullulano, spunta qualche criminale locale, ma la Mafia no, non c’è. Almeno, così si dice. Anzi, si millanta. La pensa diversa la Direzione Investigativa Antimafia che nel suo rapporto semestrale indica il Veneto come la nuova frontiera della criminalità organizzata. Nel 2010, reati tipicamente di stampo mafioso come l’usura e il riciclaggio sono aumentati: il primo del 23%, il secondo si è sestuplicato. Calano, invece, nel resto d’Italia.

Il settore preferito dalla malavita è la grande distribuzione: centri commerciali e outlet. Spazi dove è facile ripulire il denaro sporco: non è un caso che le denunce per riciclaggio siano state ben 12 nel 2010 contro le 2 dell’anno precedente. La Dia segnala un’evidente vulnerabilità dei tessuti sociali locali soprattutto da parte di organizzazioni mafiosi connotate da una matrice sempre più imprenditoriale. 

Camorra e Cosa Nostra, in particolare, sembrano prediligere i grandi centri commerciali, la ‘ndrangheta ha messo le sue grinfie sugli outlet e sugli spacci griffati. Queste attività generano un grosso flusso di denaro e procurano conoscenze preziose con compratori, fornitori e investitori. Il potere illegale si rafforza attraverso l’offerta di impiego nell’indotto.

I clan, poi, trovano terreno fertile presso gli imprenditori con l’acqua alla gola. A febbraio, la Procura di Padova ha arrestato Giuseppe e Carmine Vincenzo Catapano, insieme altre 15 persone, proprietari di una holding su cui è arrivato il sigillo della DDA di Napoli. Secondo gli investigatori, la finanziaria sarebbe legata alla famiglia Gionta di Torre Annunziata. Per nove degli arrestati è stato chiesto il rinvio a giudizio per associazione a delinquere di stampo mafioso: avrebbero spillato 50 milioni di euro a piccoli imprenditori impantanati con promesse di investimenti in cambio di lauti anticipi.

La Mafia, si sa, è sempre all’erta sui rifiuti. Lo scorso aprile la Procura di Padova ha scoperto che Franco Carraro, titolare della TPA, è il prestanome dell’avvocato Cipriano Chianese, il re dei rifiuti, del clan dei Casalesi. Sotto sequestro tre milioni trasferiti dal legale alla ditta.

Mafia a tutto tondo, insomma. Basti pensare che a febbraio la squadra mobile patavina, in collaborazione con la Dia di Reggio Calabria, ha fermato Cesare Longrondo, calabrese di 44 anni. È sotto accusa per quisquilie: associazione mafiosa, danneggiamenti, estorsioni, porto abusivo di armi da guerra ed esplosivi, tentativi di acquisizione di appalti pubblici e intestazioni fittizie. Sono finiti sotto chiave beni per 30 milioni.

Proprio in Veneto, inoltre, avrebbe trovato riparo qualche fuggitivo dalle guerre di mafia. Uno di questi è Domenico Multari, detto Gheddafi, calabrese e affiliato al clan Dragone-Arena di Cutro, in provincia di Crotonoe. Stabilitosi a Zimella (VR), ha accumulato una fortuna in 12 anni di esilio volontario. La DDA di Venezia gli ha sequestrato due società intestate ai figli, la Real Costruzioni e la Immobiliare Roman srl, le case, gli appartamenti e tre milioni di euro.

Un bel bottino, visto che la Mafia non esiste in Veneto.

 

Fonte: Il Fatto Quotidiano


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