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Dove nascono gli Dei?

Creato il 14 dicembre 2014 da Arvales @ArvalesNews

intorno al fuoco… Di notte, invece, intorno al fuoco, le tensioni e le preoccupazioni quotidiane lasciano il posto ai racconti, come la rievocazione di aneddoti e avventure vissute nella giornata o in epoche precedenti, e che coinvolgono anche persone non presenti, oppure ai canti e alle danze, spesso a sfondo religioso, rafforzando la memoria collettiva, il senso di appartenenza al gruppo e la condivisione dei valori culturali. lescienze.it

Immaginare dove nascano gli Dei è una delle domande che inserirei nei test per la valutazione dell’Intelligenza Acuta, che poco ha in comune con il quoziente d’intelligenza noto con l’acronimo di QI, risultato delle masturbazioni statistiche e psicologiche assemblate arte per prevedere i risultati accademici, le performance professionali e anche la predisposizione (?) a soffrire di svariate patologie psicosociali.
L’immagine fornisce quella che ritengo la più plausibile delle ipotesi, perché a meno di credere in una delle trentamilacinquecentoquarantotto religioni che si spartiscono un mercato di circa sei miliardi di esseri umani (grazie a dio almeno un miliardo risulterebbe ateo), gli Dei non possono che essere nati nelle menti di esseri umani particolarmente dotati: soggetti speculativi, sensibili, fantasiosi, oltre che dotati di uno spiccato senso degli affari.
Mi piace immaginare come possa essere nata una religione quando ancora le conoscenze e le credenze si trasmettevano oralmente: una qualsiasi, tanto le differenze sono dettagli, la sostanza è sempre quella: adora gli Dei e rispettane i comandamenti se non vuoi finire male; come fare per andare in Paradiso te lo diciamo Noi esperti in materia, intanto metti l’obolo nella “sacchetta”, che poi ne parliamo così mi dai il resto…
Dunque, fantasia per fantasia, immagino che in una notte buia e tempestosa un malato di colite sia stato buttato fuori dalla caverna perché impestava l’ambiente con le sue flatulenze, e che il poveretto abbia cercato rifugio nel bosco per ripararsi dal temporale. Leggenda vuole, che durante una forte colica intestinale un fulmine abbia colpito l’albero sotto il quale si trovava accovacciato in preda agli spasmi della diarrea. Lui racconterà poi che il Dio del fulmine lo guarì all’istante e gli parlò, ordinandogli di avvisare gli altri che se non lo onoravano con sacrifici adeguati la sua collera li avrebbe raggiunti anche all’interno della caverna.
Alla luce delle conoscenze scientifiche, potremmo ipotizzare che la scarica elettrica ricevuta abbia in qualche modo resettato gli equilibri della sua flora batterica e del sistema immunitario; una fortuita combinazione di fattori che ha sterminato i batteri causa della colite: plausibile, anche perché è noto che lo sterminio è particolarmente amato dagli Dei… Ma lasciamo le ipotesi scientifiche agli scienziati e andiamo avanti con la storia.
Va da sé che l’incontro con Dio sia stato una benedizione per l’Eletto: dallo sfigato debole e malaticcio che era, tollerato dalla tribù solo perché gli faceva schifo anche bastonarlo, adesso è considerato un personaggio speciale, da non contrariare vista la sua confidenza col Dio del fulmine.
Ecco come potrebbe essere nata una religione con tanto di casta sacerdotale al seguito: da una colica intestinale. Le chiacchiere durante le notti intorno al fuoco, e in seguito la parola scritta artatamente interpretata nel corso dei millenni da editori senza scrupoli, hanno completato l’opera dei parassiti dello spirito che avvelenano le coscienze da tempi immemorabili.
Sia chiaro che i religiosi di mestiere non mi sono invisi per la loro fede, che a prescindere da quale sia la ritengo un lecito anestetico contro l’angoscia esistenziale; ce l’ho con loro per come e quanto l’hanno sfruttata, per quegli interessi che di Celeste hanno solo la scritta “Dio lo vuole” sopra la confezione.

Arvales presenta un nuovo intervento: Dove nascono gli Dei?


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