“Un titolo che qualche conservatore troverebbe disturbatorio, è una provocazione”? – “No, è un dato di fatto”! La Chiesa va incontro ad un crollo verticale sia per la fiducia papale sia per la crisi delle vocazioni, che è lampante”. E’ un fenomeno appurabile stasticamente, la credibilità di papa Ratzinger è nettamen
La progressiva perdita di credibilità del suo brand e la conseguente inarrestabile emorragia di fedeli: fuga verso altri culti, seminari sempre più vuoti, messaggi accusati di essere anacronistici, preti che non ispirano fiducia, liturgie domenicali deserte con pochi anziani praticanti, rifiuto dei sacramenti e dell’etica evangelica, sono le chiare tracce del declino del potere e non è solo una crisi di contenuti, che appaiono ormai lontani dalla modernità, ma anche una crisi di comunicazione, quasi che le gerarchie non riescano più a riformulare in modo attuale i fondamenti su cui si è basato il credo cattolico fin dalle origini. In effetti nel mondo si diffondono sempre più declinazioni della religione, movimenti che interessano molti credenti con sfaccettature differenti e che abbracciano i campi del sociale, spirituale e teologico, sono il fenomeno della militanza.
La religione cattolica non fa più presa come un tempo sul vasto pubblico, “la Chiesa è una marca che cerca l’assolutismo, l’unicità e la superiorità è il tentativo di catturare più territorio possibile che ha aperto la strada alle nuove tendenza, alle associazioni di culto, sono una nuova versione del cattolicesimo che cerca valori più adatti al vivere moderno e che minano il potere della chiesa tradizionale”. La frammentazione porta ad un indebolimento ed è per questo che si ricorre al feticismo, alla beatificazione, al miracolistico che sfocia quasi nella supestizione, per tenere in vita l’unicità, ma che in realtà disorienta. Oggi più che mai si chiede al fedele di credere senza porre interrogativi. Una fede cieca che deve accettare qualsiasi incongruenza anche dalla casa madre.