Dovrebbe andare proprio così

Da Occhidadonna

A un certo punto si mette a piovere e tu dici: «Che bello, piove». 
E la persona che è con te vuole darti il suo ombrello. E tu gli dici: «No, non importa. Mi piace passeggiare sotto la pioggia».
E la persona che è con te, che è premurosa, che lo fa con le migliori intenzioni è davvero dolce, ma a te piace la pioggia. In pratica vuole proteggerti da una cosa che a te piace. E non fai in tempo a dirgli che ti piace lasciare che la pioggia ti bagni insieme a tutti gli altri particolari della città, fin dove arriva lo sguardo: dalle ciglia bagnate ai marciapiedi, i parabrezza, il randagio che prima si annoiava accanto al portone giallo, il tavolino del bar dove eravate seduti prima che il panico lo facesse correre in cerca del suo parapioggia. Ti fa sentire che fai parte di tutto, quel ticchettio addosso ed è così erotico il pizziccare delle gocce sulle labbra. 
Non ci pensa nemmeno che con quel dannatissimo ombrello ti rovina la passeggiata come piace a te, che già non ti capita di farne spesso, figuriamoci mentre piove, in una città in cui piove tre volte all’anno. 

E allora ci provi ad apprezzare la sua intenzione quasi tenera, quel ripararti dalla pioggia, dall’acqua che ti rovinerebbe la pettinatura. Lo ringrazi.
Quello che però a cui non puoi evitare di pensare è che le persone vogliono proteggerti da cose che fanno paura a loro, che non piacciono a loro. E non si domandano mai se per te è la stessa cosa, quasi non la considerano quest’eventualità. Così prende e ti piazza l’ombrello in testa.

Invece dovrebbe andare proprio così:
«Che bello: piove».
«Ho un ombrello». 
«No, non importa. Mi piace passeggiare sotto la pioggia».
E quella persona che è con te ti sorride (e magari usa l’ombrello per sé) oppure risponde: «Anche a me» (ma questo è più raro).


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