Dovrei scrivere qualcosa.
Non perché me lo dica qualcuno, perché è giusto fare così, per rispetto dei miei lettori (così disse al microfono, una volta al telegiornale, un tizio intervistato per la strada, quando il fenomeno dei blog era appena esploso) ma perché avrei voglia di scrivere qualcosa. Solo che non so cosa. Sono sicura che conoscete anche voi questa sensazione: l’impulso di sedersi, cercare di riordinare le idee, aver voglia di sentir le dita ticchettare sulla tastiera ma poi fermarsi lì, di fronte a questa pagina bianca, senza più pensieri ma solo con la voglia di vergare qualche parola nera su questa immacolata tela bianca. Che sia voglia di macchiare qualcosa di candido? E così io mi ritrovo qui, ho seguito questo desiderio come Alice col bianconiglio e mi sono seduta, tra una scritta ormai sbiadita di Kiko su un rossetto possiamo dire nuovo ed una custodia di Syberia, il gioco di Benoit Sokal, del quale ho ripreso volentieri in mano le fila quando l’ho ritrovato su uno scaffale polveroso a casa del mio gentiluomo. E come fa Alice dopo essere caduta nella buca non so se pentirmi di averlo fatto o esserne contenta.
Non si sfugge a se stessi, me ne accorgo ogni volta. Prima o poi ritorno ai vecchi interessi che mi fanno sentire viva. Sempre.