Sarà però forse il caso di spiegarlo ai signori di Dow Jones che, insieme con quelli di Sam Indexes GmbH, curano l’indice azionario denominato “Dow Jones Sustainability Index” e aggiornano il paniere (l’elenco) dei titoli azionari che lo compongono.
Forse loro danno un’altra importanza a questo termine perché altrimenti non si spiegherebbe non solo l’inserimento –nel 2007- del titolo Eni ma addirittura (e questa è notizia dello scorso 8 settembre, un po’ vecchiotta dunque ma sempre notevole) l’attribuzione del “miglior punteggio del settore oil&gas nelle aree di analisi relative alla trasparenza del business, alla attività di raffinazione, al reporting e gestione della dimensione ambientale nel suo complesso”.
Sicuramente un’interpretazione diversa di quella che danno le varie popolazioni che abitano vicino ai campi del nostro colosso petrolifero quali ad esempio quelle del Delta del Niger di "Report" ma anche quella di Pietrodommarco o ancora Salvaleforeste
In questo, ma sicuramente anche in altri casi, il concetto di sostenibilità è diverso. Chi ha ragione? I signori del denaro o i Signori (appositamente con la S maiuscola) che abitano nel Delta del Niger che grazie ai disastri Eni si ritrovano “sfrattati” da casa loro?
E’ una domanda sostenibile? Si, no, forse.
A Voi l’ardua sentenza!