è una gelida notte d’Aprile del 1912 quando il Titanic si inabissa nell’Atlantico spezzando le vite di oltre 1500 persone: la notizia corre attraverso i fili del telegrafo e arriva in fretta persino nello Yorkshire, dove la vita di una ricca famiglia di antico lignaggio sta per cambiare per sempre.Downton Abbey, splendida dimora immersa nella campagna inglese appartiene ai conti di Grantham da generazioni, al punto da spingere Robert Crawley, l’ultimo Conte, a sposare per semplice interesse l’ereditiera americana Cora: il destino vuole però che dal matrimonio, rivelatosi una felice unione nonostante le fredde premesse, nascano solo tre figlie femmine e che Patrick Crawley, il cugino destinato ad ereditare tenuta e titolo e a sposare una delle ragazze per mantenere intatto il patrimonio, muoia insieme al padre proprio nel naufragio del Titanic.Date le infauste circostanze, i Crawley sono così costretti ad accettare come nuovo erede un lontanissimo quanto inadeguato cugino: Matthew, giovane avvocato dalla tranquilla esistenza borghese, entrerà nel microcosmo di Downton con un certo disagio verso le abitudini e i lussi della nobiltà e diventerà subito un interessante partito per Mary, primogenita e figlia favorita del conte, con la quale inizierà una lunga e sofferta altalena amorosa.
Figlio di quella solida serialità britannica da sempre maestra nel regalarci piccoli grandi capolavori, Downton Abbey arriva finalmente in Italia l’11 dicembre su Rete 4 dopo aver vinto ben 5 Emmy Awards(miglior miniserie, regia, fotografia, costumi e attrice non protagonista), forte in patria di oltre 11 milioni di spettatori (il drama più visto dai tempi di Brideshead Revisited con Jeremy Irons)e di un successo le cui ragioni vanno ben al di là di una confezione impeccabile e raffinata.
La creatura del premio Oscar Julian Fellowes (miglior sceneggiatura per Gosford Park di Robert Altman) analizza con dedizione assoluta le paure e le speranze di un mondo che sembrava infallibile e che invece, in viaggio inconsapevole verso il Primo Conflitto Mondiale, si prepara a perdere ogni certezza: come in una complicata partita a Cluedo i vari personaggi percorrono il loro cammino con una dose di amori, segreti e colpi di scena degna degli intrecci di Foster o Dickens, appassionanti come solo una vera umanità, fatta di luci e ombre, può essere.
Upstairs, ai piani alti della nobiltà dove la vita scorre lentamente fra cene e incontri mondani tutte le attenzioni sono per Mary Crawley, primogenita nonchè figlia preferita e prodotto (quasi) perfetto del suo ambiente: amata da tutti e favorita nella ricerca di un marito benestante anche a discapito delle altre sorelle, Mary è indubbiamente viziata, egoista e in parte vendicativa come richiesto dalla buona società, ma sa anche trovare il coraggio di cercare la propria felicità e di fare scelte in rotta con le convenzioni, fino a correre il rischio di innamorarsi veramente di Mattew, il nuovo erede “self made man” verso il quale viene all’inizio spinta solo per denaro. Diversa invece la storia di Edith e Sybil, seconda e terzogenita figlia del Conte: la prima, meno avvenente e aggraziata di Mary, sembra costantemente condannata ad essere trascurata dalla famiglia e a dover vivere nell’ombra della sorella maggiore mentre la seconda, indipendente e femminista, brama l’emancipazione e la fine delle differenze di classe; a dominare la nobiltà, superando l’impeccabile Hugh Bonneville/Robert Crawley ed Elizabeth McGovern( ricordate la Deborah di C’era una volta in America?) nei panni della moglie americana Cora, è però la straordinaria Maggie Smith, qui Contessa Vedova di Grantham e madre di Robert, che con presenza impeccabile e battute graffianti incarna il modus vivendi di un’epoca destinata a svanire, ma che non può e non vuole egualmente accettare cambiamenti.
Decisamente più complessa è invece l’architettura della servitù che si muove freneticamente ai piani bassi, rivelandoci i complessi ingranaggi che garantivano, sempre nell’ombra, il funzionamento di una grande casa aristocratica: ci sono Mr Carter(il maggiordomo) e Mrs Hughes(la governante), la cui dedizione al lavoro e ai loro signori non può non ricordare con maggior leggerezza il sacrificio di Mr Stevens e Ms Kempton in quel che resta del giorno di Kazuo Ishiguro e Moseley, valletto di Matthew incapace di poter immaginare per sé stesso una vita lontano dal servizio; il valetto Mr Bates, vecchio compagno d’armi del Conte che nasconde un triste passato, Anna, capocameriera dolce e leale, Branson, autista con idee socialiste e in fine Gwen, giovane cameriera di Lady Sybil con l’ambizione di lasciare Downton per fare la segretaria. Meno positivi ma non privi di sfaccettature sono invece Thomas, ambizioso cameriere che nasconde la sua omosessualità, e Ms O’ Brien, acida cameriera personale di Lady Cora, il cui istinto di conservazione delle gerarchie downtstairs è ancora più forte di quello della nobiltà.
Impreziosita dagli splendidi costumi, dalle eleganti scenografie e dall’imponente Highclere Castle (una visita obbligata se capitate nello Hampshire), Downton Abbey è un’opera corale con le ambizioni di un grande romanzo dell’800, all’inizio forse difficile da seguire per la complessità dell’intreccio e le numerosissime storylines dei protagonisti, ma che alla fine finisce per fare innamorare di sé incondizionatamente: con una terza stagione già in produzione in patria, le porte di Downton si aprono finalmente al pubblico italiano, e noi non vediamo l’ora di entrare.
leggi su serietv.cinefilos.it: Downton Abbey:il grande romanzo inglese arriva in Italia
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Downton Abbey: il grande romanzo inglese arriva in Italia
Creato il 11 dicembre 2011 da Alesya @AlesyaPossono interessarti anche questi articoli :
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