Dracunculosi, vince la medicina

Photo credit: taberandrew / Flickr / CC BY 2.0.

Debellare una malattia? Non è cosa da tutti i giorni: ma ora, dopo il vaiolo, sembra che anche la dracunculosi stia per scomparire. Nel 2011, grazie agli sforzi internazionali condotti dall’OGN Carter Center, sono stati segnalati solo 1797 casi nel mondo –la gran parte nel sud del Sudan- , e il  numero dei contagiati dimezza all’incirca ogni anno. L’obiettivo di debellare definitivamente il morbo entro il 2012 non è stato raggiunto, ma i presupposti danno comunque la (quasi) garanzia di un altro trionfo della medicina. La vittoria sulla malattia è stata lunga e difficile. La Dracunculosi, infatti, è causata dalla filaria di Medina (Dracunculus medinensis), un verme che deposita le larve nell’acqua. L’uomo, quindi, ‘s’infesta’ bevendo l’acqua contaminata: le larve attraversano la parete intestinale, si localizzano nel tessuto sottocutaneo , dove si sviluppano e copulano. Il verme, però, è immune a vaccini o farmaci: per curare la malattia occorre estrarre l’animale con adeguati e specifici accorgimenti, come l’avvolgimento progressivo del verme, che fuoriesce dalla cute, su un bastoncino. Ma ciò che ha davvero permesso di vincere la malattia è stato istruire, attraverso volontari locali, le comunità: villaggi interi hanno così imparato a filtrare l’acqua con tessuti o con apposite cannucce . Spiegare alle popolazioni affette dal morbo le caratteristiche dei vermi e il loro ciclo riproduttivo ha evitato che gli individui con vermi in fuoriuscita entrassero nelle pozze d’acqua stagnante, dove gli animali depongono le larve. Semplici (ma giusti) mezzi, conoscenza e diffusione delle conoscenze sono i tre elementi chiave di questa grande vittoria. Migliaia di persone che, nei periodi chiave del raccolto, vedevano il loro lavoro compromesso dal dolore lancinante causato dalla fuoriuscita del verme, diranno addio per sempre a questo fastidioso morbo. Una malattia in meno di cui preoccuparsi, (perché no?), potrebbe dare un forte contributo allo sviluppo delle comunità che ne erano affette. D’altronde, Mens sana in corpore sano: lo sapeva già Giovenale.