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Draghi e Monti…. dei Paschi

Da Cremonademocratica @paolozignani

La vicenda del Monte dei Paschi di Siena non è la solita storia italiana.

Per riepilogare.
Il Monte dei Paschi di Siena negli anni passati si era avventurato nell’acquisto di derivati tossici, ovvero di quei titoli inventati dalla fantasiosa, a tratti geniale, criminalità finanziaria americana, poi spalmati negli istituti di credito italiani e rivenduti a ignari risparmiatori come se fossero bottigliette dell’acqua di Lourdes: tutti sanno che non serve a niente ma la speranza che possa servire vale più della falsa promessa.
Il Monte dei Paschi di Siena in questa avventura ha potuto contare sull’avallo di una classe politica compiacente e forse complice, e si è confortato nella certezza che altri istituti italiani stavano compiendo lo stesso passo, tanto più che simili operazioni avevano superato il controllo della Banca d’Italia.
Ebbene il Governatore della Banca d’Italia, all’epoca delle spericolatezze del Monte dei Paschi di Siena, era Mario Draghi.
Negli anni dal 2002 a 2005 quando la Goldman Sachs cartolarizzava i titoli tossici nella previsione di piazzarli in Europa, Draghi faceva parte del management di quella banca.
Draghi non era il solo italiano a far parte del management della Goldman Sachs negli anni delle cartolarizzazioni tossiche, con lui c’era anche Mario Monti ed entrambi non potevano non sapere che quei titoli erano spazzatura perchè questa circostanza era già prepotenetemente emersa in una testimonianza resa dai dirigenti della Goldman davanti al Congresso degli Stati Uniti.
Mario Draghi e Mario Monti sono andati via dalla Goldman Sachs e anche i titoli tossici della Goldman e di altre banche d’affari americane, hanno attraversato l’oceano.
Certamente non erano nelle loro valigie personali, ma di sicuro Draghi e Monti ne conoscevano origine ed effetti.
Dunque Draghi era Governatore quando la Banca d’Italia ha autorizzato le manovre speculative del Monte dei Paschi di Siena e Monti era Presidente del Consiglio quando per sanare quelle manovre il Governo ha regalato a quella banca una somma pari all’incasso dell’IMU.
Le colpe dell’avvocato Mussari non sono solitarie, c’è un consiglio d’amministrazione di nomina politica in quota al PD, non mancano i consiglieri in quota alla Curia di Siena, e per non offendere nessuno includiamo nel novero dei responsabili la Banca d’Italia e la Presidenza del Consiglio.
In questo vortice di intrecci e complicità tutto finirà con qualche rinvio a giudizio, con qualche nome messo nel frullatore in campagna elettorale, purchè tutto rimanga immutato.
La ricetta è tutta nella legislazione bancaria che dovrebbe separare le banche di risparmio dalle banche d’affari e di speculazione.
Lo sa Draghi, lo sa Monti, e lo sa anche Bersani.
Ma continueranno tutti a comprare la bottiglietta dell’acqua santa di Lourdes aspettando il miracolo.
Carla Corsetti
Segretario nazionale di Democrazia Atea

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