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Ecco a voi l’intervista a Daniele Queen
Gaymagazine vuole dare spazio alle Drag Queen italiane. Cosa ne pensi di questa rubrica?Beh è bello vedere come molti ragazzi, come me, fanno parte di questo mondo, sia esso una semplice passione, oppure un vero lavoro. Le rubriche sono fondamentali, appunto, perché hanno il compito di far conoscere e far comprendere meglio un qualcosa, e questa, lo fa rivolgendosi all’universo delle Drag Queens e di tutto quello che racchiude questa forma d’arte. Si riesce a capire, quindi, che non siamo delle semplici travestite o come ci si voglia chiamare, ma c’è un’anima e un cuore in tutto quello che noi si fa, proprio come ogni passione o professione. Un grazie di cuore va, così, a voi di Gaymagazine!
Potresti spiegarci il significato del tuo nome d’arte?
Il mio nome d’arte è LadyDaniela Queen / Daniele Queen; mi spiego meglio. Inizialmente avevo scelto il titolo di Lady perché, preso dalla questione artistica, volevo sottolineare l’esasperazione della mia femminilità, senza però stravolgere completamente la mia vera identità, cioè quella di Daniele. Col tempo, addentrandomi sempre più in questo mondo, ho capito che la forma non è più importante della sostanza, e siccome la sostanza proviene, appunto, da Daniele e capendo che l’arte che fuoriusciva da me, doveva essere solo celebrata, quale miglior modo di farlo se non utilizzando il nome del creatore di tale forma d’arte, aggiungendo solo un pizzico di estro? Da qui la scelta ultima di Daniele Queen. Ovviamente, oggi, quando mi chiedono chi sono, mi presento con questo nome, ma spesso vengo riconosciuto tramite l’appellativo di LadyDaniela, ma va bene ugualmente, l’importante è che mi chiamino.
Il mondo dell’animazione Drag è molto vario, a tuo avviso, cosa deve fare o avere una Drag Queen per differenziarsi dalle altre?
Molto vario? Se ci mettete insieme, gli eserciti dell’antica Grecia ci fanno un baffo! Comunque l’importante e che ognuno faccia uscire la propria personalità, ovviamente in modo originale e non banale. Le Drag Queens sono belle proprio perché non c’è uno standard fisso da rispecchiare, ma ci sono diverse strade che possono essere imboccate a proprio piacimento.
Cosa da non fare è cercare di somigliare ad altre colleghe, magari più famose, solo per trovare fama o per sentirsi già arrivate, anche perché magari c’è gente che, per essere diventata quello che è, si è fatta un cu… un cuore così. Bisogna puntare sul proprio lato migliore, coltivarlo sempre più e credere tanto nelle proprei possibilità: solo credendoci si raggiungono gli scopi.
Ogni Drag ha un modello da cui trae ispirazione, tu a chi ti ispiri?
La Drag Queen è, almeno alle sue origini, l’esasperazione a livelli eccessivi della figura femminile, nata per stravolgere e stupire. Io cerco di cogliere un qualcosa che mi piace, e quindi ottenere ispirazione, osservando le donne che mi circondano, cercando di riproporre una mia versione di quello che osservo, e da tutto il resto che mi circonda.
Qual è stata l’esperienza lavorativa che ti ha toccato o piaciuta di più in assoluto?
Non ce n’è una in particolare. Tutte hanno lasciato un qualcosa di positivo in me, dalla semplice festa privata, all’aperitivo, alle cene sociali, alla serata in discoteca, sia essa etero o gay. Sì, devo dire che ho un buon ricordo di ogni mia serata, anche perché ogni volta ricevo complimenti, quindi il tutto sta a significare che piaccio come artista.
Sappiamo che hai partecipato all’evento del Circo Nero il 31 Dicembre, cosa ne pensi e cosa ti ha lasciato?
Una serata spettacolare, straordinaria, scenografica, divertentissima e chi più ne ha più ne metta. La cosa bella poi è l’ambiente che c’è, inteso come insieme di persone: tutti dei grandi artisti, professionali e professionisti, persone poliedriche e molto alla mano che formano un connubio perfetto. Spero di riavere la possibilità di passare, con lo staff Circo Nero, altre serate piacevoli come quella del 31 Dicembre.
Che rapporto hai con il pubblico che ti segue?
Bellissimo. Adoro tutte le persone che mi seguono: mi piace sentirmi al centro della loro attenzione, sentirmi una diva (che vanesia, vero?), anche se siamo tutte dive, anzi divine. La cosa buona, di questo mio rapporto, è che sin dai primi momenti che conosco nuova gente, sia a contatto diretto o tramite la mia esibizione, entro subito nelle loro “grazie”, senta troppi sforzi: sarò fortunata? Chissà, ma speriamo continui così e speriamo possa sempre più allargare la cerchia delle mie amicizie.
Quale consiglio ti sentiresti di dare a quelle persone che si sono appena affacciate, o vogliono entrare, in questo mondo dell’animazione come Drag?
Salvatevi voi che siete ancora in tempo! Scherzi a parte: di essere sempre se stessi, come ho già detto, umili, senza esagerare, in qualsiasi senso, perché il troppo stroppia; di credere in quello che si fa, perché così si arriva ovunque e di fare soprattutto le cose (alla senese) a modino, cioè per bene e non tanto per farle, anche perché poi si rischia di essere motivo di derisione e non di ammirazione.
Lungo il tuo precorso di crescita hai trovato qualche ostacolo, hai dovuto affrontare delle dispute o favoritismi?
Sinceramente detto: si! Spesso infatti, non si valuta la vera bravura di una Drag Queen, ma solo la sua nomea, rischiando alcune volte di danneggiare una serata o qualsiasi evento, manifestazione, oppure il nome di una discoteca, o qualsiasi locale esso sia. Quindi si valutino bene le scelte e, soprattutto, le si facciano con meritocrazia.
Hai qualche desiderio o sogno nel cassetto per il tuo futuro?
Anche qui se devo dire la verità, si. Mi piacerebbe un giorno essere riconosciuto come una specie di Drag Chioccia: riuscire ad essere presa come punto di riferimento da altre Drag Queen, e non solo, per consigli di ogni genere; essere una specie di zia che “vizia” il suo pubblico e quindi farsi volere bene; avere una serata tutta propria e continuarsi a divertire come faccio ora. Ma chissà che non si avverino questi sogni, bisogna solo trovare la giusta combinazione, “tra chiave e lucchetto”, per poter aprire quel cassetto.
Gaymagazine ringrazia Daniele Queen per l’intervista e le augura di poter realizzare i suoi sogni, sia per quanto riguarda la “Drag Chioccia”, sia per poter diventare “madrina” di una serata, siamo sicuri che, continuando a lavorare bene come fa, avrà di sicuro l’occasione per trasformare i sogni in realtà.
Fonte: http://gaymagazine.it/2011/01/21/dragmagazine-daniele-queen/
Vi abbraccio
Marco Caserta
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