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Il nome per una Drag Queen è molto importante, sia esso frutto della fantasia oppure studiato, poichè rappresenta una parte dell’anima di ogni singola drag; dal nome si può identifica, in alcuni casi, alcune caratteristiche del personaggio che ci troviamo davanti. Non è assolutamente semplice trovarsi un nome d’arte e, spesso, lo si cambia col progredire della propria carriera. Abbiamo intervistato una Drag Queen che del suo nome d’arte ha fatto un vero e proprio cavallo di battaglia.
Ecco a voi Eroika Drag Queen
Gaymagazine vuole dare spazio alle Drag Queen italiane. Cosa ne pensi di questa rubrica?
Ma ben venga! Ben venga una rubrica dove a parlare siano le drag queen in prima persona e non qualcuno che interpreta ciò che vede sulla scena. E poi, ben venga anche uno spazio dove ognuna di noi, raccontandosi, sveli e chiarisca l’essenza di questo mestiere, perchè anche se ci divertiamo a farlo rimane sempre un lavoro, o almeno dovrebbe.
Potresti spiegarci il significato del tuo nome d’arte?
Forse sarò una delle poche, ma a differenza della maggior parte delle drag queen che conosco, io non ho scelto volutamente il mio nome. Tutto è iniziato a causa di un concorso, per mesi ho pensato e ripensato ad un nome che rispecchiasse il mio personaggio senzaarrivare a nessuna conclusione. Mi sembravano tutti troppo scontati e già fritti e rifritti, mi serviva qualcosa che si addicesse a me, quindi ad un personaggio poliedrico, non volevo che mi si catalogasse perchè avevo già intenzione di affrontare trasversalmente i repertori. Insomma volevo un nome per una con la coscia lunga ma che allo stesso tempo non si prendesse troppo sul serio. Arrivati al giorno del concorso, mentre mi preparavo, mi fu chiesto: “Si vabbhè, ma come dobbiamo chiamarti?”. La prima cosa che mi venne in mente fu la proposta, scartata, di un mio amico che in una calda notte d’estate, mentre guardavamo le stelle fumando e chiacchierando proprio su questo quesito (e vi assicuro che se anche il posto potrebbe lasciare spazio a sconce interpretazioni stavamo solo facendo quello che ho detto……purtroppo!), mi disse: “Perchè non ti chiami Eroika!?”. Allora decisi che avrei utilizzato quel nome provvisoriamente con l’intento di cambiarlo appena ne avessi trovato uno più adatto, e che non avrei più tirato in ballo l’argomento drag in certe situazioni!!!
Non l’ho mai più cambiato perchè mi ci sono rivisto/a molto. Tra l’altro, uno che sui tacchi supera i 2 metri di altezza deve avere “coraggio” a passare dall’interpretazione di un brano di Shirley Bassey ad uno di Angela Luce… o sbaglio!?Il mondo dell’animazione Drag è molto vario, a tuo avviso, cosa deve fare o avere una Drag Queen per differenziarsi dalle altre?
Non credo che bisogni fare chissà cosa, basta fare le cose che più ci piacciono nella maniera che più possa piacere al pubblico. Bisogna capire che prendere spunto non vuol dire copiare pari pari, anche perchè una copia rimane sempre una copia. L’originalità stà nel proprio essere, nel fatto che siamo tutti diversi uno dall’altro, quindi quando si vestono i panni del personaggio che portiamo in scena, dovremmo fidarci più di noi stessi e non attingere alla personalità di altri.
Ogni Drag ha un modello da cui trae ispirazione, tu a chi ti ispiri?Sono sempre stato affascitato da questo folle mondo fatto di riflettori, colori, piume e strass ma se non avessi incontrato la mia musa ispiratrice, forse, non l’avrei mai intrapreso come lavoro! Ho capito che volevo e potevo fare la drag queen facendo l’assistente di colei che, poi, nel 2007 divenne Miss Drag Queen Italia, stò parlando di “Priscilla”. Qualche anno addietro era venuta a lavorare in Puglia ed io le davo una mano facendole da assistente e posso dire di averle rubato il mestiere visto che non avevo mai avuto nulla a che fare con trucco e parrucco. Lei incarnava il genere che più mi affascinava, cioè la classica drag queen americana degli anni ’80, per non parlare del film evocato che ha dato ispirazione al suo nome d’arte e che per me era un cult. Successivamente le cose sono cambiate in quanto ho avuto contaminazioni da ogni dove, quindi posso dire di non avere un riferimento preciso ma cerco sempre di fare mio tutto ciò che vedo in torno a me, senza mai perdere di vista il mondo drag d’oltreoceano.
Qual è stata l’esperienza lavorativa che ti ha toccato o piaciuta di più in assoluto?
Non c’è un’esperienza in particolare, ammetto che ci sono state serate più stimolanti di altre ma a dirtene una in particolare proprio non ci riesco. Quelle che mi vengono in mente sono le serate in cui ho lavorato con colleghi e colleghe ai quali voglio molto bene perchè sono legata a loro da un rapporto di amicizia oltre che lavorativo, quelle in cui ho avuto l’onore di affiancare personaggi illustri del mondo dello spettacolo, e quelle in cui ho conosciuto le drag più famose e belle d’Italia.
Sei una Drag con base nel Sud Italia, a tuo avviso, in che cosa è diversa il tipo di animazione che viene fatto nelle regiorni del Sud Italia dalle altre?
Io non credo che ci sia differenza nel tipo di animazione. Tutto il mondo è paese! Magari al Sud è più facile esibirsi tra gente che mangia orecchiette e cime di rapa piuttosto che riso patate e cozze, mentre al nord è più solito trovarsi difronte a pizzoccheri e polenta, mi avete fatto venir fame, torno subito, il tempo di arrostire il muflone e sono dinuovo con voi. Oddio, pensandoci bene, forse, l’unica differenza che ho constatato è nel repertorio…cioè al nord è più difficile eseguire brani con troppi termini o frasi nei dialetti del sud perchè la comprensione del testo non è completa e quindi le esibizioni possono non essere apprezzate a pieno, di conseguenza bisogna fare molta più fatica nel ricercare una mimica ed una gestualità più dettagliata.
Quale consiglio ti sentiresti di dare a quelle persone che si sono appena affacciate, o vogliono entrare, in questo mondo dell’animazione come Drag?
Non svendeteviiiiiiiiiiiiiiiii!!! O meglio, una volta assodato che il personaggio c’è ed il look è valido, FATEVI PAGARE! E quando siete pronte per andare in scena guardatevi allo specchio e chiedetevi in tutta sincerità: “Starei meglio su di un palco o su di un marciapiede?”; se la risposta è la seconda, non abbiate timore a rifiutare i riflettori perchè vi assicuro che sui palchi non si cucca un bel nulla.
Che rapporto hai con il pubblico che ti segue?
Ottimo! All’inizio non avevo coscenza di ciò, non avevo preso in considerazione il fatto che la gente si sarebbe affezionata al mio personaggio, invece col tempo mi sono reso conto che questo è uno dei motivi che mi incentivano ad andare avanti nei momenti di difficoltà. I complimenti più apprezzati sono quelli fatti ad Eroika e confermati a me come Salvo, nel camerino a trucco sciolto; poi c’è sempre qualcuno più interessato alla coscia lunga che alle mie interpretazioni ma ho imparato a tenere a bada anche questi ragazzacci!
Lungo il tuo precorso di crescita hai trovato qualche ostacolo, hai dovuto affrontare delle dispute o favoritismi?Si la mia bellezza, non riuscivo a far vedere l’anima uahuahuahuahuahuahuahuahuahuah… L’ostacolo più grosso l’ho affrontato nei primi tempi. All’inizio non facevo tante serate, lavoravo pochissimo e non capivo il perchè, visto che tutti mi dicevano che il mio, pur essendo alle prime armi, era già un prodotto superiore alla media. Nonostante ciò ho sempre preferito lasciare Eroika negli armadi di casa mia piuttosto che svenderla perchè non riuscivo a capire come si potesse prendere un cachet basso, o addirittura decidere di esibirsi per drink e pass se poi c’erano da far rientrare tutte le spese dei costumi, dei trucchi professionali, ecc….. Col tempo, per fortuna, le cose sono cambiate e penso sempre di più che abbia fatto bene a pretendere sempre il giusto compenso, per quello che è un lavoro vero e proprio. Ne ha sicuramente guadagnato la mia dignità… anche se ne ho perso le tracce dal lontano ’78… ne ha guadagnato Eroika perchè ho potuto investire di più nel suo look, e ne hanno guadagnato anche le mie tasche.
Hai qualche desiderio o sogno nel cassetto per il tuo futuro?
Salvo ne ha tanti di sogni. Eroika invece, pur non sembrandolo, è una ragazza semplice e si accontenta di lavorare e di avere sempre più consensi. Se poi dovessi dirti il primo desiserio che mi viene in mente in questo momento…… non potrei! Siamo in fascia protetta….
Gaymagazine ringrazia Eroika Drag Queen per averci concesso quest’intervista e le augura di realizzare i suoi sogni come Salvo e di continuare a lavorare proponendo sempre la stessa simpatia e bravura.
Fonte: http://gaymagazine.it/2011/02/23/dragmagazine-eroika-drag-queen/
Vi abbraccio
Marco Michele Caserta
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