Magazine Cinema
Origine: USA
Anno: 2014
Durata: 102'
La trama (con parole mie): Hiccup e Sdentato, ormai come fratelli ed al centro della vita del villaggio, simbolo della nuova alleanza tra esseri umani e draghi, vengono a contatto con il misterioso Dragon Rider, una sorta di leggenda che si dice abbia un potere unico sulle creature alate. In realtà il famigerato cavaliere altri non si rivela se non la madre data per scomparsa di Hiccup, che il ragazzo vorrebbe tornasse ad essere parte della sua vita.Purtroppo, però, insieme a lei emerge dalla nebbia anche il temibile Drago, un cacciatore che pare non avere alcuno scrupolo, che si tratti di umani o di draghi: quando quest'ultimo darà inizio ad un attacco che prevede il dominio di tutti i nuovi alleati di Hiccup e dei suoi compagni attraverso un esemplare dominante, il ragazzo dovrà dare fondo a tutte le sue forze non solo per poterlo sconfiggere, ma anche per diventare, a conti fatti, l'uomo che suo padre avrebbe voluto che fosse.
Di norma, quando si tratta di sequel è un caso più unico che raro incontrare pellicole in grado di mantenere lo stesso livello dell'originale, preservando, di fatto, qualità e voglia di raccontare una nuova vicenda giocata sugli stessi protagonisti: quando, anni fa, mi imbattei in Dragon Trainer, rimasi stupito di essermi trovato di fronte, di fatto, al primo prodotto Dreamworks dall'impatto degno dei migliori Pixar, una storia avvincente e coinvolgente a prescindere dall'età degli spettatori, ed in grado di comunicare a più livelli.Quando fu annunciato il numero due del brand, conscio di scivoloni come il secondo Cars o il pur discreto ma decisamente su un altro livello rispetto all'originale Monsters University, rimasi scettico rispetto al ritorno sugli schermi di Hiccup e Sdentato, che avevano raccolto il testimone di Lilo&Stitch - pellicola tra le mie preferite della recente produzione Disney diretta proprio dal buon DeBlois - portando il loro messaggio ad un livello ancora più alto, temendo la più classica delle storie riciclate che è purtroppo consuetudine dei numeri due: al contrario, invece, sono stato clamorosamente smentito da quello che, al momento, non solo è il miglior film d'animazione visto nel corso di questo duemilaquattordici, ma un prodotto maturo e profondo, in grado di far coesistere intrattenimento puro - le evoluzioni dei draghi e le battaglie mi hanno riportato alla mente la meraviglia tecnica di Avatar - e tematiche decisamente importanti come il rapporto tra genitori e figli, le fasi della crescita - anche dolorose - ed il valore che la propria famiglia riveste nel momento in cui si matura abbastanza per diventare, di fatto, adulti.I nuovi charachters della madre di Hiccup e di Drago, tosti ed interessanti, uniti ai momenti più divertenti della pellicola - le corse dei draghi, il rapporto con il contrabbandiere -, quelli sentimentalmente più profondi - il ritrovato legame del protagonista con la creduta scomparsa genitrice - o più drammatici - il destino di Stoick - non si vedeva qualcosa del genere in un film d'animazione mainstream dai tempi de Il re leone - contribuiscono a costruire uno dei titoli più interessanti non solo che la Dreamworks abbia mai prodotto, ma che l'animazione tutta abbia offerto nelle ultime stagioni, rese almeno in parte orfane dal calo commerciale avuto dalla già citata Pixar.Aver visto questo film in famiglia, inoltre, ha reso il tutto ancora più intenso, complice il rapporto che giorno per giorno costruisco con il Fordino e rivedendo in Valka la forza e la determinazione di Julez, che come "mother of dragons" non sfigurerebbe affatto.Ma sarebbe sbagliato limitare l'interesse di questo film ai soli personaggi umani: i draghi, a partire dalla loro dipendenza dall'esemplare dominante fino al legame costruito giorno dopo giorno con i loro compagni - e non padroni, badate bene - diventano parte integrante di un processo di maturazione che accompagna tutti i main charachters della pellicola, e che diviene, soprattutto ed ovviamente nel caso di Sdentato, anche una lezione profondamente educativa per il pubblico più piccolo e non solo sull'influenza ed il perdono, regalando emozioni di rara potenza nel momento del confronto con Hiccup nel momento della massima influenza di Drago e del suo dominatore.L'equilibrio, dunque, risulta essere l'elemento cardine di questo sorprendente numero due, dal rapporto tra i personaggi a quello tra i genitori di Hiccup - splendide e commoventi le sequenze dedicate al riavvicinamento di Stoick e Valka -, dal sottile confine tra bene e male - in fondo, Drago e lo stesso Hiccup devono le loro menomazioni fisiche proprio ai draghi e le reazioni ad esse al differente rapporto con loro - al rimbalzare continuo tra acrobatiche sequenze spettacolari ad altre intime e quasi commoventi, dal desiderio di portare sullo schermo qualcosa che amplifichi e renda più grande il messaggio del primo film alla voglia di confrontarsi con il già annunciato terzo capitolo.Considerato che, ancora una volta, il lavoro di DeBlois partiva da outsider, il risultato è stato assolutamente e clamorosamente esaltante: come Hiccup e Sdentato, il primo con una gamba artificiale, il secondo pronto ad affidarsi al suo migliore amico per poter volare a causa dell'ala menomata, anche Dragon trainer fa dei suoi apparenti punti deboli quelli di forza, e conquista senza riserve, come un volo a perdifiato in grado di far battere il cuore il più velocemente possibile.
MrFord
"These mist-covered mountains
are a home now for me
but my home is the lowlands
and always will be
some day you'll return to
your valleys and your farms
and you'll no longer burn
to be brothers in arms."Dire Straits - "Brothers in arms" -
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