Ian Aranill e Gmor si imbattono in un villaggio sconosciuto, dove assistono all’assassinio di un orco impazzito. È l’inizio di un’avventura che li porterà ad affrontare un gruppo di Zaghari, nomadi che si guadagnano da vivere facendo combattere animali feroci in arene itineranti.
Dopo la pausa introdotta nel bel numero precedente, Stefano Vietti riporta l’azione al centro di Dragonero. Ma non tutto funziona a dovere. I dialoghi, gonfi e didascalici, rallentano la lettura. La fase investigativa è un po’ troppo sbrigativa. L’ambientazione è scarna, appena abbozzata. I personaggi di contorno, tra cui Zephir, monolitico antagonista di turno, sono comparse poco interessanti, così come non convince l’immaginario cui continua ad attingere la serie, troppo legato a una certa ortodossia classica fantasy.
I disegni di Francesco Rizzato mostrano un buon livello di dettaglio, ma le fisionomie, specie nei momenti più dinamici, si fanno imprecise, e i volti, che hanno una resa discreta nei primi piani, perdono coerenza nei tre quarti, nei profili o quando l’inquadratura si allontana. Anche la gestione delle ombre appare incostante, con pagine piacevoli alternate a vignette in cui i neri sono troppo netti e coprenti.
Giuseppe Matteoni, dopo l’ottima prova de Il raduno degli scout, ci regala un’altra bella copertina, dinamica, ma ricca di particolari.
Riassumendo: la creatura di Vietti ed Enoch rimane acerba e si conferma una lettura che intrattiene, ma non lascia il segno.
Abbiamo parlato di:
Dragonero #6 – Zanne e acciaio
Stefano Vietti, Francesco Rizzato
Sergio Bonelli Editore, novembre 2013
98 pagine, brossurato, bianco e nero - 3,30 €
ISBN: 977228243000430006
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