Le uscite di questo mese di agosto sono due La Prima Missione, primo speciale ad uscita annuale tutto a colori e Intrighi a Corte, numero 14 della serie principale ad uscita mensile.
La Prima Missione
In questo numero speciale gli autori del fumetto ci portano per un centinaio di pagine indietro nel tempo della storia principale a quando Ian Aranill e Gmor Burpen non erano ancora scout imperiali e a come infine decisero di diventarci. Temporalmente la vicenda si colloca tra le vicende riguardanti il fango pirico del margravio Moravick (già viste in forma di flashback nei primi 4 numeri di Dragonero) e quelle invece vissute nel presente della serie. Sono tempi travagliati sia per Gmor, isolatosi in un monastero dopo una vita in esilio dal suo clan e dopo gli esiti della saga del margravio, sia per Ian, uscito dall'esercito dopo le accuse di codardia e tradimento (un'altra storia ancora poco chiara del suo passato che vedremo sicuramente risolvere in futuro) ed in cerca di una strada. Due personaggi, in un certo senso sconfitti, che ritrovano dopo un missione fortuita l'unione ed uno scopo alle loro vite.
I testi sono di Luca Enoch e Stefano Vietti, mentre i disegni sono di Cristiano Cucina e Manolo Morrone. L'albo stilisticamente è diviso in due parte, che coincidono quasi perfettamente con il tempo narrato. I disegni del presente (inizio e fine fumetto), che ho apprezzato molto, sono assegnati alla matita di Morrone, mentre quelli del racconto vero e proprio, il passato, sono di Cucina (questi ultimi mi hanno convinto di meno, forse sono rimasto troppo contrariato dal disegno riservato a Gmor). Infine la copertina, stupenda a mio parere, è di Mario Alberti.
Con questo numero finalmente cominciano a diradarsi alcune delle nebbie che avvolgono i personaggi di Dragonero, come accade letteralmente proprio all'inizio di questo numero. Tuttavia, e sia chiaro è un pregio, la sensazione con cui si esce dalle pagine fumettate non è di completezza, ma di un grosso puzzle ancora ben lontano dal essere riordinato e finito. Mentre alcune domande trovano risposta, tante altre si affacciano, aprendo nuove strade e nuove storie. Questo è quello che apprezzo di più della saga di Dragonero. Ogni numero non si limita a portare avanti la storia principale, ma gode a mostrarci altre possibili linee narrative. Così i protagonisti incontrano strane figure, si riferiscono a episodi ed aneddoti lontani nel tempo, all'apparenza inutili (perché effettivamente, all'interno dell'impianto narrativo del numero/saga in corso, lo sono) ma in realtà importantissime perché sono 1) pennellate che restituiscono l'impressione di un mondo ricco, vario ma soprattutto credibile 2) sintomi/indizi di un disegno più vasto. Un paio di esempi:
- Nel numero 5, numero fantastico per gli spunti possibili, appare di sfuggita la storia dei Ritornanti e dei Guardiani senza volto che li conducono nella città dei morti.
- Nel numero 12, Gmor decifra un simbolo antico perché già visto/studiato nella biblioteca del monastero dove si era rifugiato (oggetto ora di questo speciale). Sempre in questo numero compaiono le pietre sonore
- Ci sono già stati due personaggi che all'interno della serie principale hanno avuto una loro piccola storia dedicata. Tra questi il più interessante è la monaca guardiana Sheda che avrà sicuramente sviluppi in futuro.
Ad un anno di distanza
scritto da Walter O'Dim
La maggior parte delle persone pensa che la Bonelli sia in procinto, da un anno a questa parte, di svoltare pagina, perdonate il gioco di parole, a mio avviso ciò che accade è l'esatto contrario, sta infatti per certi versi tornando alle origini, e questo è un bene; si ritorna ad una Bonelli che osa, e ha la forza di sorreggere i propri sceneggiatori qualora le loro opere prendano posizioni scomode (adoro citare il caso Mater Morbi, che spero non resti un caso isolato). D'altra parte, tutti noi ci meravigliamo dell'originalità di Dragonero e Orfani in un'ottica bonelliana, ma badate bene che anche un Nathan Never era (ormai più di 20 anni fa) all'avanguardia; il fatto innegabile è che negli anni c'è stato un assopimento generale dalle molteplici cause, tra cui forse una sussistenza dai colossi classici? In ogni caso un risveglio non può che essere gradito