La vicenda tragicomica e melodrammatica riguarda un triangolo amoroso, quello appunto tra Oreste (Marcello Mastroianni), Nello (Giancarlo Giannini) e Adelaide (Monica Vitti). Amori sinceri, tradimenti e reazioni violente si alternano fino al punto in cui un equilibrio pare ritrovato: una coppia felice, che per forza di cose deve escludere – con rammarico da parte di entrambi – il terzo elemento, Oreste. La storia potrebbe chiudersi con tranquillità: Oreste è tornato al punto di partenza, ma ha almeno vissuto un intermezzo felice nella sua vita. Invece c’è la tragedia, perché lui non sopporta di vedere ancora, questa volta da sposati, il migliore amico e il suo vecchio e unico vero amore. Ed è nel momento dell’omicidio che il principio e la fine si ricongiungono e si evince l’andamento circolare della vicenda, cui si affianca un’appendice che mostra la disperazione del povero Oreste.
Scola non manca mai di inserire nei suoi film la sua ideologia politica o di criticare i vari livelli di governo, dal locale al nazionale: lo fa anche con Dramma della gelosia, in cui prova a unire l’amore per la bandiera e l’amore per una donna. «Una sofferenza d’amore può in qualche modo essere collegata alla lotta di classe?» chiede infatti Oreste senza però avere una risposta, mentre cerca di riprendersi dalla sua delusione. Delusione che è anche di Scola ma è rivolta al suo stesso Partito comunista in cui non si riconosce più; delusione che parte sempre dalle battute dei suoi personaggi. «Non credevo che voi toscani foste così compatti» dice infatti Oreste a Nello dopo una manifestazione, e Nello gli risponde invece «E io non credevo che tra i vecchi militanti ci fosse ancora qualcuno disposto a farsi randellare».
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