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Drammatiche confessioni di fine anno

Creato il 26 dicembre 2013 da Annagiulia @annagiuliabi

L’indolenza che occasionalmente mi assale e mi rende incapace delle azioni più elementari – che so, togliere il filtro del tè alla vaniglia dal pentolino – ha raggiunto, nel corso degli ultimi giorni, vette inimmaginabili: ho passato la vigilia di Natale spalmata sul divano, in un pigiama estremamente sexy, a guardare Il diario di Bridget Jones ma no, non ho avvertito alcuna empatia con la protagonista, grazie per averlo chiesto.

Ho anche riguardato, senza motivazione alcuna, Radiofreccia. Avete capito bene, Radiofreccia, quel film i cui capitoli sono contraddistinti da vari oggetti fluttuanti in cieli straordinariamente celesti. Ma ho risollevato leggermente il livello con Don Jon, ormai a me noto come l’unica volta in cui Scarlett Johansson mi è quasi piaciuta. Ma di questa antipatia tratterò magari in seguito. Con uno psichiatra.

Per farla breve, ogni qualvolta mi avvicino al divano la mia capacità critica mi abbandona e mi trovo in balìa degli eventi. E in un attimo sono le due di notte e ho visto un altro film completamente inutile.

Pertanto, vorrei che qualcuno mi sommergesse di buone motivazioni per evitare di guardare il biopic su Lady Diana.

Sono estremamente seria, ho avuto un breve ma tormentato periodo di tossicodipendenza da Lady D, occorso immediatamente dopo la tragica dipartita della bionda (ex) principessa. Che devo dire, ero molto giovane (ma indossavo già le t-shirt dei Guns n’Roses), era estate e mi annoiavo. Naturalmente, l’idea di svolgere i compiti assegnati per le vacanze mi sfiorò solo un paio di settimane più tardi, ad alcune ore dal rientro a scuola.

Raccolsi da casa di mia nonna tutti gli articoli pubblicati su riviste estremamente serie quali Chi, GrandHotel, Oggi e simili e li conservai in buste di plastica trasparente, accuratamente riposte in un raccoglitore bianco che probabilmente era stato trafugato da qualche ufficio, perché non vedo altri motivi plausibili per giustificarne la presenza tra i miei averi di undicenne. Ricordo che una delle riviste pubblicava persino un fumetto a puntate con la storia della (s)fortunata lady, e ne approfitto per congratularmi con l’ideatore di tale avanguardistico progetto.

Non saprei come giustificare una tale passione, soprattutto considerando che non ancora adolescente, mostravo già un interesse per i defunti non esattamente sano. Non so quando decisi di liberarmi della collezione più imbarazzante mai posseduta (la successiva riguardò David Bowie, che quantomeno era vivo e aveva una qualche utilità nel mondo. Poi iniziai a cambiare domicilio con il succedersi delle stagioni, e smisi di raccogliere oggetti inutili. Se non l’avessi fatto, credo fermamente che sarei ormai protagonista di una puntata di Sepolti in casa).

Ammesso che qualcuno abbia inspiegabilmente deciso di guardare una tale inutilità, o anche se nessuno l’avesse fatto ma si sentisse di insultarmi pubblicamente per aver solo considerato l’idea di sprecare due ore di fronte a La storia segreta di Lady D (santo cielo che titolo, sembra uno di quei telefilm trasmessi da MTV), prego chiunque si trovi a passare da queste parti di dissuadermi dal malsano proposito. Ringrazio sentitamente.



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