Dražen Petrović, il “Mozart” croato, storia di un fenomeno (by Frankie)

Creato il 18 gennaio 2014 da Simo785

Dražen Petrović

22/10/1964 – 07/06/1993

E’ stato lui a detto di molti il più grande giocatore europeo di tutti i tempi!

Non solo talento…

Un tiratore eccezionale, una guardia capace di decidere da solo anche le partite più importanti grazie alla sua incredibile precisione. Il suo talento era indubbio, fin da ragazzo strabiliava tutti per la sua capacità di centrare il canestro da qualsiasi posizione, ma chi lo ha conosciuto racconta anche di ore ed ore passate a perfezionare un tiro già perfetto di suo, in pratica una macchina perfetta, oro per qualsiasi allenatore di basket, a qualsiasi livello !

Sul trono d’Europa…

E’ il 1984 quando Drazen raggiunge passa al Cibona Zagabria, il suo impatto è incredibile, oltre 40 punti di media a partita, scudetti vinti e soprattutto due Coppe Campioni consecutive, un traguardo impensabile per il Cibona, frutto dei punti e dell’apporto da vero leader, nonostante la giovane età, di Petrovic.

Nel 1988 fa scalpore il suo ingaggio da parte del Real Madrid per 4 milioni di dollari annui, una cifra senza precedenti nel basket europeo. Drazen prende subito il sopravvento nei confronti dei compagni anche a Madrid a suon di canestri, nel 1989, nella finale di Coppa delle Coppe contro la Snaidero Caserta chiude il match con 62 punti, ogni commento era ormai superfluo, mai nessuno come lui in Europa!

Nel 1988 guida la sua nazionale (la Jugoslavia) al bronzo Olimpico (Seul ’88) e l’anno successivo alla vittoria degli Europei, l’NBA non può più fare a meno di lui!

Gli anni difficili a Portland…

Nel 1989 passa a Portland, nei due anni con i “Blazers”, Petrovic non convince società e compagni, nonostante sia un grande protagonista nel 1990 con la sua Nazionale della vittoria dei Mondiali in Argentina, quel “bianco” europeo tra i giganti della NBA proprio non “lo si vede”.

L’esplosione in NBA…

Nel 1991 passa ai New York Nets e l’impatto fu decisamente alla portata della sua fama europea, i suoi tiri da tre iniziarono a destare molto interesse, con una media di 20 punti (leggendari i suoi 44 punti contro Houston) e l’anno successivo addirittura di 23 punti a partita entra nell’elite dei giocatori NBA. A fine della seconda stagione con New York guida la sua Jugoslavia a una storica finale olimpica (Barcellona ’92) persa solo contro il Dream Team USA.

Il 1993 è l’anno della consacrazione, è infatti il primo europeo ad essere inserito nel terzo quintetto NBA (solo un certo Hakeem Olajuwon ci era riuscito tra i non statunitensi).

La tragedia…

E’ il 7 Giugno del 1993, dopo la partita con la sua nazionale (che intanto era diventata Croazia) contro la Polonia, a soli 28 anni, muore in un incidente stradale avvenuto in Germania.

Il mondo della NBA e di tutto il basket è sgomento, New Jersey ritira la maglia nr.3, una nazione intera, la Croazia, lo piange ancora oggi, nel 2001 il tennista croato Goran Ivanisevic gli dedicò la vittoria del prestigioso torneo di Wimbledon, riportiamo qui sotto quell’aneddoto:

 “Sono stato al suo funerale prima di giocare Wimbledon e dissi che avrei dedicato il torneo a lui, ma sfortunatamente giocai male e persi al terzo turno”…

Prima di quel torneo del 2001 Ivanisevic trovò un poster di Petrovic in un giornale, lo staccò, lo appese al muro e disse:

 “Ho detto, deve essere destino! E’così! Tutto è andato bene ed ho vinto, voglio dedicare questa vittoria a lui. E’ stato un mio buon amico, è stato uno dei più grandi giocatori di basket di sempre in Europa”.

Il Mito…

Non sapremo mai se all’apice della sua carriera NBA sarebbe stato in grado di sfidare alla pari Michael Jordan o Magic Johnson o di essere decisivo in una finale, ma una cosa è certa: dopo di lui, nessun giocatore europeo come lui, il “Mozart” dei canestri è rimasto unico nel cuore di tutti gli appassionati di basket.


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