La missione Dream Chaser potrebbe avvicinarsi finalmente alle fasi finali, dopo oltre un decennio di sviluppo e quasi 300 simulazioni di volo con i motori accesi a terra. Nell'ottobre del 2013 è stato effettuato un volo di prova fallito sulla pista d'atterraggio. Gli ingegneri della Sierra Nevada Corporation hanno in mente di migliorare le tecnologie della navicella e fra due anni ci sarà il vero e proprio test di volo orbitale.
di Eleonora FerroniRappresentazione artistica di Dream Chaser e di Atlas V. Crediti: SNC
Si avvicina sempre di più il ritorno al volo spaziale umano per gli Stati Uniti. Dopo mesi di test, alcuni dei quali falliti, e anni e anni di progettazione, la Sierra Nevada Corporation e la NASA hanno annunciato il primo test orbitale per la navicella spaziale Dream Chaser che avverrà il primo novembre del 2016. I dirigenti della società aerospaziale hanno annunciato che il lancio verrà effettuato con un razzo Atlas V, sulla base dei prototipi “M2-F2″ e “HL-20″, sviluppati dalla NASA negli anni ’60. Il veicolo effettuerà i controlli pre e post volo al Kennedy Space Center e atterrerà allo Shuttle Landing Facility della NASA in Florida. Questa prima missione non avrà a bordo equipaggio e sarà comandata in remoto dalla Terra. Ma già nel 2004, quando per la prima volta si parlò di questa missione, i costruttori lo candidarono a sostituire definitivamente lo Space Shuttle nelle missioni della NASA.
Dream Chaser è un mini-shuttle per voli orbitali e suborbitali a decollo verticale di quasi 9 metri di lunghezza con un’apertura alare di 7 metri e dal peso complessivo di 11.340 kg circa. La sonda è alimentata da una coppia di motori ibridi ad ossido d’azoto e polibutadiene (HTPB), carburanti no-tossici scelti per la sicurezza. L’intero sistema può anche essere usato in maniera autonoma se serve, come avverrà nel 2016 per il test. Dream Chaser, che può trasportare fino a sette passeggeri nella LEO (orbita terrestre bassa, dove si trova anche la Stazione Spaziale Internazionale), è una navicella spaziale privata nata dalla competizione COTS (Commercial Orbital Transportation Services) indetta dalla NASA per spingere le aziende verso l’industria spaziale per i servizi commerciali. La navicella si aggiunge al duo di Cygnus, della Orbital Sciences, e Dragon, della Space X, ma, a differenza di queste ultime, è stata pensata per riuscire a portare da subito anche voli con astronauti (almeno dal 2017). Questa è una caratteristica che mancava agli Stati Unit dai tempi dello Space Shuttle. Il primo test di Dream Chaser, ad ottobre 2013, è andato relativamente bene in quasi tutte le fasi, anche se è finito con un incidente sulla pista di atterraggio che ha rovinato lo shuttle. Il veicolo era stato trasportato in aria con un elicottero.
I voli del 2017 saranno i primi con equipaggio umano ad essere effettuati con un razzo Atlas V. La società Sierra Nevada ha annunciato la scorsa settimana che hanno completato la loro ultima fase per il programma dei voli commerciali con equipaggio della NASA, il Capability Commercial Crew (Integrated CCiCap), che è il piano di revisione di certificazione per l’intera missione Space System Dream Chaser. Hanno consegnato quasi 6.000 pagine di documentazione tecnica sulla strategia, la verifica e la convalida di Dream Chaser e la sua integrazione con il veicolo di lancio Atlas V.
Fonte: Media INAF | Scritto da Eleonora Ferroni