Altro giro, altra corsa! Ecco il Dream Team NBA per la 20^ settimana di regular season
Dopo la 20^ settimana di regular season NBA, i Golden State Warriors continuano la propria marcia inesorabile verso il record dei Chicago Bulls ’95-’96 di Michael Jordan, seguiti a fari spenti dai San Antonio Spurs del silenzioso Kawhi Leonard. A Los Angeles sponda Clippers, tuttavia, la stagione è tutt’altro che da buttare, nonostante un Blake Griffin out da Natale ormai. Nella lotta per la post-season NBA, dei ritrovati Utah Jazz provano a dire nuovamente la loro, mentre ad est Jason Kidd, alla guida dei Milwaukee Bucks, ha un’intuizione che, per gli anni a venire, potrebbe essere decisiva per il futuro della franchigia del Wisconsin.
PM, Giannis Antetokounmpo: in una stagione non proprio da ricordare, ecco che Jason Kidd spiazza tutti e a sorpresa propone l’ala piccola in versione play. E, se ne stiamo parlando, risulta scontato che l’head coach dei Bucks abbia pescato il jolly. Il greco, che l’Italbasket dovrà affrontare la prossima estate nel Preolimpico di Torino, ha migliorato i propri numeri in termini di punti (+3.5), assist (+4.5), rimbalzi (+2.5), rubate (+0.7) e stoppate (+0.8), registrando inoltre 4 triple-doppie in 16 partite nella nuova posizione.
Giannis Antetokounmpo since his move to point guard. pic.twitter.com/oNVF7ZKGby
— Bucks Schmucks (@BucksSchmucks) March 16, 2016
G, Chris Paul: difficile descrivere in un paio di righe quello che CP3 sta facendo quest’anno per i Los Angeles Clippers. Quel che è certo è che la franchigia di Steve Ballmer è ancora in corsa per un eventuale terzo posto grazie ad un ragazzo che sta registrando 19.8 punti e 9.9 assist di media ogni sera, con almeno una rubata nelle ultime 35 partite (migliore striscia attiva in NBA), e che si trova quarto per assist, quarto per rubate (primo per rubate a partita) e fuori dalla Top 20 per turnovers. Infine, a sottolineare l’importanza di Chris Paul nel sistema Clippers, il playmaker realizza un assist sul 51.9% dei tiri messi a segno dai suoi compagni quando si trova in campo: insomma, 1 canestro su 2 nasce dalle mani del leader indiscusso di Los Angeles.
AP, Kawhi Leonard: non si fa la storia con i se e con i ma, tuttavia non si può menzionare uno dei giocatori più completi in NBA che sta trascinando gli Spurs ad un record (57-10) che sarebbe valso il primo posto in ogni stagione dal 1996-97 ad oggi. L’ultimo filotto di vittorie contro Bulls (+8), Thunder (+8) e Clippers (+21) li ha portati a 42 vittorie consecutive tra le mura amiche, grazie ad un Kawhi che segna con il 54% dal campo ed in lunetta non sbaglia da 4 partite (15/15).
AG, Derrick Favors: dopo il crollo contro i campioni NBA in carica, agli Utah Jazz serviva una svolta per poter centrare una difficile (ma non impossibile) post-season NBA. Non poteva scegliere momento migliore, Derrick Favors, per dare ai suoi una mano da 20 punti e 9 rimbalzi a partita per tenere vive le speranze con un secco 3-0, culminato con la vittoria sui Cleveland Cavaliers grazie a 19 punti, 5 rimbalzi e 3 stoppate.
C, Andrew Bogut: una scelta forse azzardata, visti i suoi modesti numeri nello scoreboard, ma l’australiano agli ordini di Steve Kerr ha dato l’ennesima dimostrazione dello stato di grazia dei Golden State Warriors. Dopo 57 gare da 5.5 punti, 7.2 rimbalzi, 1.8 stoppate e 0 triple tentate, contro i New Orleans Pelicans il centro ha sparato dall’arco sullo scadere dei 24 secondi. Risultato? Solo retina! E non perde tempo a scherzarci su..
From a certain Shaqtin a fool appearance to a 3 ball… Quite a turn of events #godubs
— Andrew Bogut (@andrewbogut) March 15, 2016