Alcune esperienze colpiscono direttamente al cuore e non si dimenticano. Sattu, il nostro autista, ha già capito di che pasta siamo fatti dopo soli pochi giorni. Non gli è certo sfuggito che ci piace il cibo da strada, che non ci spaventano i villaggi remoti e che amiamo interagire con le gente.
Sulla strada per Osiyan ci propone di fermarci a vedere il tempio di un villaggio vicino. Terra rossa a formare le strade, case costruite di fango, fogne a cielo aperto e volti esterrefatti ad accoglierci.
Nessuna mano tesa in cerca di elemosina ma sorrisi nel farsi fotografare e fierezza nell’osservarci curiosi.
Il tempio non è architettonicamente interessante ma pare molto caro al nostro driver che dedica qualche minuto ad una preghiera ed al rito dell’offerta.
Il silenzio è assordante, cosa che per l’India è a dir poco inusuale, e trovarsi in un luogo così malconcio fa sentire piccoli ed inutili.
Non è la prima volta che mi imbatto in un villaggio povero, con i bambini che camminano a piedi nudi sui sassi e con la terra arsa dal sole che non ha nulla da offrire ma qui sembra essere diverso. L’atmosfera è irreale, i neonati non piangono e gli adulti non chiedono ma offrono.
Accettando un invito da parte di alcuni uomini, ci troviamo seduti a terra in una grande stanza in cemento a mangiare daal e besan roti, un pranzo semplice e leggero che i fedeli in visita hanno l’abitudine di consumare. Il pasto si paga tramite un’offerta al tempio, soldi che vengono utilizzati per la comunità intera e che noi lasciamo volentieri.
Accerchiati da adulti e bambini mangiamo con le mani cercando una maniera di comunicare. Sono tutti molto premurosi, non ci servono acqua del rubinetto e cambiano uno dei nostri piatti che era caduto per terra e noi non ci preoccupiamo, facendo anche qualche battuta in merito, dell’impasto conservato sotto un cencio che assomiglia molto ad uno straccio per i pavimenti.
Dahl e besan roti
Fondamentale per la corretta riuscita del dahl è l’utilizzo di una particolare tecnica chiamata tarka. Consiste nello scaldare una piccola quantità di ghee, il burro chiarificato, in cui far saltare le spezie scelte per una manciata di secondi, in modo da esaltarne i profumi senza rovinarne le qualità, aggiungendo il preparato a fine cottura. Le lunghe cotture previste dalla cucina indiana, infatti, rendono gli ingredienti molto teneri ma rischiano di diminuire l’intensità delle spezie.
Importante è utilizzare poca quantità di grasso per non appesantire la preparazione.
Ingredienti:
lenticchie rosse 150 g, pomodoro maturo, 1 cipolla rossa, mezzo spicchio d’aglio, peperoncino, salsa di tamarindo ½ cucchiaino, cardamomo 6 bacche, curcuma ½ cucchiaino, cumino
tarka:
semi di senape due cucchiaini, foglie di curry , un cucchiaio di ghee.
Lavare le lenticchie. Tagliare la cipolla a metà: una parte farla a grossi pezzi, l’altra tenetela da parte per il tarka. Lavare e tagliare il pomodoro. In una pentola porre le lenticchie, il pomodoro, la cipolla e tutte le spezie. Coprite con 6 dl di acqua. Fare cuocere fino a quando le lenticchie non saranno disfatte. Versare il dahl in ciotole individuali. Preparare il tarka scaldando il ghee e dopo qualche secondo unire la cipolla affettata molto sottilmente, i semi di senape e le foglie di curry. Quando i semi cominciano a scoppiettare versare il tarka sulle ciotole di dahl e servire.
Per tradizione, il dahl si mangia con le mani utilizzando il besan roti.
150 gr. di farina integrale, 150 gr. di farina di ceci,15 cl. di acqua tiepida, 1 cucchiaio di burro o ghi, 4 cucchiai di coriandolo fresco finemente tritato, 1/2 cucchiaino si semi cumino, 1/2 cucchiaino di pepe nero macinato, 1/4 cucchiaino di peperoncino forte macinato, 1 cucchiaino di sale
Unire i due tipi di farina, il sale ed il pepe. Aggiungete il ghee e tutti gli ingredienti secchi. Versare l’acqua a poco a poco impastando fino a ottenere una pasta omogenea, liscia ed elastica. Coprirla con un panno umido e lasciatela riposare per almeno un’ora. Dividere la pasta in piccole palle di 4 cm. di diametro e appiattitele col matterello, fino a formare dei dischi. Imburrate i dischi e piegateli prima in due, poi in quattro. Appiattite ora i triangoli così ottenuti per renderli più grandi e più fini. Far rosolare da entrambi i lati.
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