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Drive (2011)

Creato il 04 ottobre 2011 da Giuseppe Armellini
Drive (2011)Come dissi già una volta, mettetemi in un film macchine, inseguimenti e pallottole e con quel film, statene certi, non avrò mai il piacere di fare conoscenza. A meno che l'autore non sia William Refn (di cui ho amato moltissimo Valhalla Rising) e con tale film abbia vinto il premio della regia a Cannes... In quel caso la curiosità batte l'idiosincrasia "motoristica". Benedetta curiosità...Drive è un'opera portentosa, brutale e dolcissima insieme. Per la prima volta (o almeno così credo) Refn si affida ad una sceneggiatura derivata perlopiù non scritta da lui. Il giovane regista danese si limita alla sola regia e sfiora il capolavoro (sempre che non lo sia).
Driver -il protagonista, di cui come in Valhalla non sappiamo il nome- lavora in un'officina. Sfruttando il fatto di essere un pilota fantastico arrotonda il proprio stipendio facendo lo stuntman nel cinema o aiutando i delinquenti a fuggire dopo le rapine (tassativi solo 5 minuti, come nello splendido prologo). Si innamora di una vicina di casa. Per aiutare il marito di lei rimane coinvolto in una rapina che porterà a conseguenze terribili.A me ha ricordato tanto l'History of Violence cronemberghiano perchè entrambi raccontano di una persona apparentemente normale che trovatasi coinvolta in una terribile vicenda mafiosa sarà costretta a tirar fuori la sua vera natura (la storia della rana e dello scorpione citata anche nel film) per difendere i propri affetti. Ma è davvero quella di spietato assassino la vera natura di Driver? In realtà il personaggio principale (interpretato da un grande Ryan Gosling) è un sanguinario eroe dei nostri tempi, un novello Hobo che ha capito che l'unica maniera per combattere violenze e sopraffazioni sono la violenza e la sopraffazione. Driver è capace di amare, è capace di difendere un proprio amico, è capace di voler bene, ma spesso tali sentimenti vanno subordinati all'istanza di sopravvivenza. Vedere ad esempio l'incredibile sequenza dell'ascensore nella quale abbiamo in pochi secondi il tanto aspettato coronamento di un amore (il bacio) e l'immediata fine di esso (il terribile, quasi insostenibile, omicidio della testa fracassata). Refn sa raccontare e mostrare la peggior violenza e il più dolce degli amori con la stessa naturalezza, con la stessa maestria. Certo è aiutato in questo da una portentosa colonna sonora, una di quelle colonne sonore "intelligenti", di quelle cioè in cui le musiche non sono necessariamente e banalmente in accordo con le immagini.Ed è aiutato anche dal cast, su tutti da una meravigliosa Carey Mulligan, attrice in cui il sacro fuoco della recitazione e quello della grazia convivono insieme, capace di rendere quasi poetico il mettersi un semplice fermaglio. Il gioco di sguardi tra lei e Driver non ha bisogno di commenti.Stesso livello, forse ancora superiore, nelle scene di violenza, una più bella dell'altra: la rapina in cui Standard viene assassinato e il relativo inseguimento, la devastante carneficina nel motel, l'efferato omicidio al ristorante o quello di Shannon nell'officina (terribile quel "non preoccuparti, ormai è finita, nessun dolore"), la scena in cui Driver, visto dall'interno, si avvicina al ristorante con la maschera da stunt o la stessa identica sequenza in campo lungo nella spiaggia; l'omicidio finale del mafioso "narrato" soltanto dalle ombre. Questo è Cinema allo stato puro perchè malgrado ogni singola situazione sappia di visto e rivisto, c'è qualcosa di diverso e di profondamente personale nel cinema di Refn.
Chiamatela cifra stilistica, chiamatela maestria. Oppure chiamatela sensibilità o chiamatela anima.
Chiamatela come vi pare.
Quella è.
( voto 9 )

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