Magazine Cinema
[premessa: questa volta farò una eccezione. come linea editoriale mi ero posto l’obiettivo di trattare opere inedite, misconosciute, o gemme sperdute che l’abisso del tempo ci aveva fatto dimenticare. di fronte a un film cazzuto come questo, però, ho deciso di non seguire la regola; ma solo e soltanto per un motivo: ogni singola inquadratura, o fotogramma, di Drive è un piccolo capolavoro in sé. fa niente se ha una trama (qualcuno potrebbe pensare) già vista: passa del tutto in secondo piano.]
I.Ossessione (“a real human being”)
la macchina è il suo mezzo d’espressione: la sua bocca, la sua lingua, il suo verbo, il suo credo. quando è dentro l’abitacolo, se non fosse per il giacchetto vintage, si fa fatica a distinguere dove inizia la macchina e dove finisce l’uomo. lo scopo è la mimesi, l’incorporazione (riprendendo certi temi Crashiani). l’uomo che è diventato macchina: il comportamento strettamente razionale e mai impulsivo, i gesti automatici- sicuri-, le parole calibrate, i sorrisi centellinati. Driver è un automa, e la sua salvezza- la sua unica salvezza- è l’amore. vuole uscire dal micro-cosmo metallizzato, meccanizzato e ingegneristico dei motori e delle lamiere, per ritrovare sé stesso, per vedere se è ancora capace di emozioni: se sa ancora amare. allora potrà dirsi umano.
II.Il Mito (“a real hero”)
in questa sua ricerca d’amore- che è anche una quest sulla (sua) identità- Driver si scopre eroe. ha l’armatura (il giacchetto), ha il destriero (la Chevy Impala), ha lo scudiero (lo zoppo Shannon): la sua crociata (l’ascesa al Valhalla?) può iniziare. ormai fuori dal suo universo solitario, si oppone alla distruzione dello strutturalmente sciancato nucleo familiare che lo ha accolto e, indirettamente, promosso a baluardo. Driver trova il suo senso, ritrova la propria vita e il proprio perché: ha conosciuto il sublime e, ora, non ha paura di guardare negli occhi la morte. sfidarla e perire, al costo di proteggere il suo rifugio dall’alienazione: Irene, Benicio, in un certo senso anche Standard. fino alla fine.
titolo originale: Driveun film di Nicolas Winding Refn2011
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