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Droga, la guerra è persa?

Creato il 13 luglio 2012 da Oblioilblog @oblioilblog

Droga, la guerra è persa?

L’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine Organizzato (Unodc) ha rilasciato settimana scorsa il rapporto annuale che fa il punto sull’andamento della guerra globale alle droghe. I dati non sono confortanti e, nonostante l’utilizzo di migliaia di agenti e soldati e di montagne di soldi, il mercato è in espansione.

Nel 2010 una persone su venti ha provato una droga. Nel 2011 sono morte 200 mila persone a causa della droga. Il fatturato del business ha raggiunto i 300 miliardi di dollari l’anno, cifra che lo colloca al secondo posto nella scala dei mercati più lucrativi, dietro solo al turismo sessuale e davanti addirittura al traffico di armi e al petrolio.

La questione è all’ordine del giorno e viene discussa nelle alte sfere. Al di là della devastazione di intere generazioni, ciò che preoccupa sono anche il giro di denaro nero, il riciclaggio, la criminalità organizzata, le guerre tra bande, le violenze, la corruzione, le minacce, le rappresaglie e gli omicidi che gravitano intorno a questo mondo e costituiscono una grave minaccia alla sicurezza pubblica.

Ci sono Stati, come l’Uruguay, che hanno ceduto alla legalizzazione delle droghe leggere per tentare di arginare il crimine. Altri, Honduras e Salvador, stanno perdendo la battaglia contro i narcos e rischiano di esserne assoggettati. Il modello dei coffee shop che in Olanda ha permesso di eliminare il malaffare e far soldi sulle droghe tassandole, seppur ora siano vendute solo ai residenti e non più alle frotte di turisti stranieri che accorrevano smaniosi, rischia di diffondersi. 

Per quanto riguarda la geografia globale, l’Africa Occidentale è il grande centro di smistamento grazie anche alla sua instabilità politica. L’Asia Centro-Meridionale è invece il più grande laboratorio per la fabbricazione di droghe sintetiche.

230 milioni di persone, il 5% della popolazione mondiale adulta, hanno fatto uso di stupefacenti nel 2011. Tra questi, 27 milioni sono tossicodipendenti dall’eroina e dalla cocaina: uno ogni 200 abitanti.

L’oppio è quello che si sta espandendo di più, la quantità sul mercato è raddoppiata nel giro di un paio d’anni ed è arrivata a 7.000 tonnellate. L’Afghanistan è il primo paese produttore (+61%), seguito dalla Birmania (+14).

È tornata prepotentemente sulla piazza la cocaina, la “regina delle droghe” che dominava nei ruggenti anni ’70. L’aumento è localizzato soprattutto negli Stati Uniti e in Russia. Rispetto al passato, l’eroina oggi intrappola persone di ogni età e status sociale. È conveniente e i suoi effetti allucinogeni sono molto duraturi.

La cocaina rimane forte in Nord America, Europa e Australia . Ne fanno uso abitualmente un numero che va da 13,3 a 19,7 milioni persone, la percentuale oscilla tra lo 0,3 e lo 0,5 della popolazione adulta. Lieve flessione negli Usa (causa eroina), richieste maggiorate dal Sud America e dell’Australia. Il calo della produzione in Colombia è stato compensato dall’aumento delle piantagioni in Bolivia e Perù.

Stabile il mercato delle droghe chimiche. La domanda di mentanfetamina è aumentata in Centro America e nel Sud Est asiatico. Nel 2010 ne sono state sequestrate 45 tonnellate. In Europa c’è  stato un raddoppio del sequestro di ecstasy: 1,3 tonnellate. L’Mdma rimane comunque la pillola più venduta di tutte.

La marijuana e l’hashish restano le droghe più usate: le consumano tra 119 e i 224 milioni di abitanti della Terra. Il paese principe in questo caso è il Marocco anche se sono aumentate il numero di piantagioni casalinghe. Un quintale di marijuana è arrivato a costare 9.000 dollari, il doppio rispetto a uno di oppio.

La situazione in Italia è stabile ma comunque non felicissima: dal 2003 c’è stato un aumento nel consumo pari all’1,8%. 740 mila persone tra i 15 e i 64 anni hanno provato una sostanza almeno una volta nella vita, due terzi sono uomini. La cocaina ha subito una lieve flessione dello 0,9%.

La crisi economica ha inciso sul consumo occasionale ma non su quello abituale. Il fenomeno del tossico benestante insospettabile è largamente diffuso. Il vero pericolo però arriva dai poliassuntori, coloro che utilizzano droghe diverse: sono il 20% in più di quanti ne prendono una sola. Il problema è medico perché in caso di mix di sostanza stupefacenti non esiste un’antagonista che possa evitare l’overdose. Secondo la ricerca Epsad dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR si inizia a farsi di eroina già a 15 anni. La poliassunzione è più facile con la cocaina, mentre solo un quarto di quelli che fumano cannabis la praticano.

L’Italia, vista la sua particolare posizione geografica a cavallo tra il Nord Africa e i Balcani, è un hub logistico fondamentale, al centro delle principali rotte. A questo si aggiunge il contributo della ‘ndrangheta che, grazie alle affiliazioni alla mafia albanese e a quella russa, controlla l’80% del commercio di stupefacenti in Europa, un affare da 30 miliardi di euro l’anno.

Nel 2011 sono state sequestrate da Finanza, Carabinieri e Polizia 40 tonnellate di droga, il 26% in più rispetto al 2010, causando ai trafficanti un mancato guadagno di mezzo miliardo di euro. Le operazioni sono state 23 mila, portando all’attenzione dei magistrati quasi 37 mila persone.

Le vie della droga sono differenziate: arriva in Italia via mare, terra o aria. Le più grandi partite di cocaina giungono con le grandi navi mercantili che salpano da Colombia e Messico e attraccano nei porti di Genova, Sestri Levante, Ventimiglia, Savona, Livorno e soprattutto Gioia Tauro, controllato dalle ‘ndrine Molè e Piromalli. Non è raro l’arrivo, soprattutto dell’hashish, tramite gommone. I punti di approdo sono soprattutto i dintorni di Oristano, la Sicilia e la Calabria.

L’eroina parte dal triangolo Myanmar-Laos-Thailandia o dall’antica Mesopotamia, attraversa Turchia, Grecia e Balcani e sbarca nei porti di Bari, Ancona e Venezia. La marijuana ha lo stesso percorso, l’hub privilegiato dell’hashish è invece Genova.

Non mancano però gli arrivi in aeroplano grazie agli ovulatori. L’ovulatore è un corriere, solitamente africano, che per 1000 euro a viaggio rischia la vita e la galera per conto dei trafficanti trasportando nello stomaco ovuli di cocaina. Si allena per mesi ingerendo chicchi d’uva incelophanati e deve resistere per viaggi anche di 10 o 12 ore senza bere, mangiare o andare i bagno. In Italia atterrano a Malpensa, Fiumicino, Linate o all’aeroporto di Orio al Serio.

Il trasporto su gomma rappresenta il 3,28% del volume totale e predilige il valico Autofiori in provincia di Imperia, principalmente per l’hashish che proviene dalla Spagna, la barriera autostradale di Vipiteno e il valico di Brogeda nel comasco.

Lo scenario, nonostante gli sforzi durati decenni, è ancora preoccupante.

Fonte: RE


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