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Droga sulla nave Greenpeace. Italiano ancora in carcere

Creato il 10 ottobre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online
greenpeace

Photo credit: Alex Carvalho / Foter / CC BY-SA

Droghe e apparecchiature “duali” (sia civili che militari) a bordo della nave di Greenpeace.
E’ quanto affermano gli investigatori russi che hanno compiuto delle indagini sulla Arctic Sunrise, la nave dell’organizzazione di tutela dell’ambiente fermata in Russia.
All’interno dell’imbarcazione sarebbero stati ritrovati semi di papavero da oppio e morfina.
Greenpeace si dimostra diffidente, definendo “diffamazione” qualunque “affermazione sulla scoperta di droghe illegali”. Secondo l’organizzazione. quelle trovate da russi,  sarebbero presumibilmente delle attrezzature di soccorso medico .
“Crediamo che questo annuncio” ha commentato ancora Greenpeace “sia stato fatto per sviare l’attenzione all’oltraggio mondiale che si sta perpetrando nei confronti dei prigionieri”.

La Arctic Sunrise era stata bloccata nel mare dell’Artico il 18 settembre.
Le autorità russe non avevano sopportato che gli attivisti potessero salire sulla piattaforma Gazprom. I loro tentativi di “scalare” il gigante di ferro non sono giunti a buon fine e gli attivisti sono stati incarcerati.
30 persone, 28 attivisti e due giornalisti freelance  rischiano fino a 15 anni di carcere.
Intanto gli attivisti in tutto il mondo protestano per il trattamento riservato ai loro compagni e a Parigi alcuni di loro danno vita a un’altra “scalata”: quella alla sede Gazprom, muniti di bandiere e slogan “Free the Artctic 30″.
La Russia però non ha alcuna intenzione di ammorbidire la propria linea.
“Tutti quelli che hanno partecipato all’assalto alla piattaforma saranno processati, senza nessuna esclusione o riguardo per la loro nazionalità” ha precisato Vladimir Markin, portavoce del Comitato per la sicurezza russo.
Dichiarazione che ha portato ai ferri corti anche i rapporti tra Olanda e Russia.
Già tesa dal caso Borodin, il diplomatico di Mosca che all’Aia sarebbe stato aggredito da uomini in divisa e trascinato in  una stazione di polizia, la diplomazia tra i due paesi ora sarebbero peggiorate in quanto tra gli attivisti vi sarebbero due olandesi. E l’Olanda venerdì ha già avviato un procedimento legale ai danni della nazione russa.
Ancora: la Russia avrebbe definito le analisi su prodotti olandesi a base di latte “Non soddisfacenti”. Risultato? Il blocco completo dell’importazione dalla Lituania.

In quel “tutti” di cui parla Markin sono inclusi attivisti e giornalisti di 18 paesi, tra cui anche un italiano, Cristian D’Alessandro.
Per lui l’accusa è uguale a quella degli altri: pirateria.
Secondo il ministro degli esteri starebbe bene e sarebbe in cella con due russi.
E dall’altra parte del mondo c’è chi si offre per prendere non solo il suo posto, ma quello di tutti e trenta gli attivisti incarcerati.
E’ Kumi Naidoo, direttore esecutivo di Greenpeace International, che in una lettera inviata direttamente a Putin scrive di voler offrire se stesso come garante della buona condotta degli attivisti di Greenpeace, se dovessero essere rilasciati su cauzione fino a conclusione della vicenda”.
Pratica ovviamente non attuabile: gli arresti non sono figurine collezionabili, in uno stato di diritto.


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