Il colibrì, apprendo da Wikipedia, vive soprattutto nelle foreste tropicali dell’America centrale e meridionale. Se la Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA) statunitense ha scelto questa specie, per sperimentare il drone-spia più piccolo del mondo, significa che sono previste nuove turbolenze politiche nell’area? Certo in Afghanistan o in Iran il colibrì non ci azzecca. Darebbe subito nell’occhio, se svolazzasse sulle teste dei talebani o degli ayatollah oppure, se adottato dalla Procura di Milano, si aggirasse sui cieli di Arcore…
Il colibrì spione
Comunque il colibrì spione è una realtà. C’è anche un video ufficiale della DARPA che ne mostra il funzionamento.
Il drone, realizzato da AeroVironment con i fondi DARPA, è in grado di volare avanti, indietro e di lato, e ruotare in senso orario e antiorario. Pesa appena 19 grammi ed è poco più grande di un vero colibrì.
Questo velivolo non convenzionale – scrive il produttore – potrebbe un giorno fornire nuove capacità di ricognizione e sorveglianza negli ambienti urbani. Poiché è impensabile che possa servire per riprendere le auto in sosta vietata, è più facile supporre che l’uccello spione venga utilizzato in futuro per sorvolare a bassa quota le manifestazioni degli oppositori di questo o quel governo, di questo o quel regime.
Avrebbe fatto comodo a Ben Ali, Mubarak e Gheddafi. Certo, non un colibrì, ma un passero, un piccione, un gabbiano, perché no?