Drug, sex, rock and roll e personal trainer. Il variegato mondo dei berluschini in elicottero.
Creato il 29 dicembre 2011 da Massimoconsorti
@massimoconsorti
All’imprenditore iena ridensFrancescoMaria De Vito Piscicelli, che il giorno di Santo Stefano aveva parcheggiato l’elicottero sulla spiaggia dell’Argentario (vedi post di ieri, nda), l’Enac ha sospeso la licenza di pilota mentre il ministero dei Trasporti sta facendo verifiche per vedere se ci sono gli estremi per ritirare la licenza anche al velivolo. Presa nella sua accezione di cronaca, una notizia come questa, tolto il fatto che il protagonista è l’imprenditore che si scompisciava dalle risate alla notizia del terremoto dell’Aquila, avrebbe il valore di un trafiletto nella pagina delle varie&curiosità o spizzichi&bocconi. A parte la cafonata di un buzzurro arricchito che mostra l’elicottero quasi fosse il prolungamento del pene (Freud santo subito), c’è da rilevare l’aspetto quasi sociologico che spinge un individuo simile a porre in essere bravate che non hanno alcun senso se non quello di dimostrare il vecchio assunto del Marchese del Grillo secondo il quale “Io sono io...”, con tutto quello che ne segue. Piscicelli è uno dei mille emblemi dell’Italia pacchiana, corrotta, priva di senso di sé e vilipesa a ogni piè sospinto di questi tempi bui e molto berlusconiani. Fino alla fine degli anni ’70, i ricchi provavano quasi un naturale pudore nel mostrare beni e plusvalori, auto di grossa cilindrata e look griffati tanto che le griffe, spesso, erano nascoste nei risvolti degli indumenti e non stampigliati a tutta vista su maglie e giacche, pantaloni e gonne, reggiseni e mutandine, canotte e slip. Eppure quello è stato il periodo in cui in molti si sono potuti permettere la seconda casa al mare o in montagna, una 2000 cc., champagne non solo a Capodanno, figli all’università e poi all’estero per il master, la barca ancorata nel porticciolo turistico, le lezioni di sci e di golf, la mignotta di lusso nella dependance, il pied à terre a Cortina d'Ampezzo o a Forte dei Marmi. Era un’Italia che evadeva le tasse alla grande ma che faceva anche girare un’economia sommersa che, nel bene e nel male, dava ancora più fiato a quella ufficiale. L’Italia dei furbi, delle bustarelle all’8 per cento, delle raccomandazioni dell’onorevole e del senatore perfino per un’ecografia, delle piccole e grandi vigliaccherie, dei must dell’elettronica, di quelli di Cartier e del personal trainer aveva comunque il buon senso di evadere sì ma senza ostentare, seguendo in tutto e per tutto il cattolicissimo insegnamento del “fallo purché non si sappia”, che non riguarda solo le corna a raffica ma anche il tenore di vita. Poi è arrivato Lui. Volgare, sguaiato, ignorante come una capra tibetana in crisi mistica, marchettaro quanta basta e il paese è cambiato. Invece di diventare più allegro e spensierato, come pure avrebbero imposto Drive In e Colpo Grosso, l’Italia si è intristita. Ha iniziato a popolarsi di mezzani e mezzane, paggi e maggiordomi, nani e giullari, pedissequi esecutori di ordini, furbetti del quartierino, palazzinari interessati ai piani regolatori, riformatori non riformisti, grandi e piccoli ladri, mariuoli di ogni razza e progenie, puttane semplici ed escort composte ed è cambiata anche la politica che è diventata all’improvviso un aspetto della nazione alla mercè del marketing. Uomini e donne di sinistra e di destra hanno iniziato a parlare di post-ideologismo, ma solo per dare un’etichetta alla loro crassa ignoranza politica e al loro analfabetismo sociale. Hanno abbattuto confini e sensibilità ed eretto a unico dio il denaro e il mercato che lo trattava. Il peggior machismo è entrato prepotentemente in scena e, con un vero colpo da maestro della comunicazione, Lui ha riportato indietro il calendario femminista di vent’anni e quello dello Statuto del Lavoratori di trenta. Le orge sono diventate feste eleganti e le escort, più squallide e minorenni, nipoti e parenti prossime di statisti esteri e nostrani. L’oggetto donna è diventato all’improvviso un lusso e la creazione degli harem, ne è stata la diretta conseguenza e rappresentato un esempio da seguire. E così ha fatto un tizio che si chiama Alessandro Uggeri, imprenditore bresciano, fidanzato dell’assessore regionale lombardo della Lega,Monica Rizzi e amico intimo di Bossi Jr., il Renzo chiamato amorevolmente da suo padre “Trota”. Proprietario di un villone un po’ cafone in quel di Brescia, Uggeri è stato l’anima della campagna elettorale del Trota e buona parte dei tredicimila voti di preferenza che Bossino ha riportato alle regionali, dicono che siano stati merito suo. Qualcuno dice che si sia dato un gran daffare anche nella creazione di dossier taroccati sugli avversari politici del giovane Renzo, ma per questo sono in corso indagini da parte della magistratura. Orbene, nel villone dell’imprenditore si svolgevano, proprio come ad Arcore, cene e serate elegantissime a base di drug, sex and rock’n’roll, alle quali partecipava anche l’enfant prodige della politica longobarda. E se qualcuno pensa che lo sguardo perso del Trota sia colpa del white suffle, si sbaglia di grosso, quello ce l’ha di suo. Comunque, i magistrati non stanno indagando tanto sulle feste in stile arcoriano trasportate paro paro a Brescia, ma sulle tangenti, bustarelle e corruttele varie legate agli affari immobiliari del faccendiere Uggeri. Per il momento Renzo ne è fuori ma, con l’aria che tira, non si sa mai. Quello che è certo, invece, è che la Lega sulla secessione faceva sul serio seriamente, tanto che negli anni ’90 aveva bell’è pronta la sua moneta, il suo esercito, i suoi ministri e disegnati i confini della nuova nazione. La moneta doveva essere la Lega e le Mille Leghe, l’unità di riferimento. Ma guardate un po’ dove porta un coglione che parcheggia l’elicottero sulla spiaggia! La gente spesso definisce impossibili cose che semplicemente non ha mai visto (quiz cinefilo di media difficoltà).
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