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DSA in aumento?

Creato il 04 settembre 2013 da Pedagogika2

DSA in aumento?Il tema dei Disturbi specifici dell’apprendimento è stato affrontato per la prima volta dal Ministero con la CM del 5 ottobre 2004 n. 4099/A/4, che introduceva la possibilità di personalizzare la didattica, di adottare strumenti compensativi e misure dispensative e di applicare una valutazione specifica in tutte le fasi del percorso scolastico, compresi i momenti di valutazione finale. Ma solo nel 2010 il Parlamento ha approvato una legge specifica, la legge n. 170 dell’8 ottobre 2010 “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico”. nel febbraio 2011, si è svolta la prima rilevazione relativa agli alunni con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) presenti nel sistema nazionale di istruzione. La rilevazione di febbraio 2011 è stata pubblicata sul sito del MIUR Nel mese di settembre dello stesso anno è stata realizzata una seconda elaborazione con i dati definitivi riferiti al 2011, che registrano un numero complessivo di 65.219 alunni con certificazione di DSA. dal confronto fra i dati definitivi dei due anni scolastici presi in esame, si registra un aumento degli alunni con DSA pari a circa il 37%. Infatti, rispetto al totale di 65.219 (0,9 % della popolazione scolastica) nell’A.S. 2010/11, si è passati, nell’A.S. 2011/12, alla cifra di 90.030 (1,2 % della popolazione scolastica).Si può dunque ipotizzare che un simile incremento sia dovuto alla maggiore sensibilizzazione rispetto a tale problema, facendo prevedere che nei prossimi anni il numero degli alunni con certificazione di DSA possa aumentare ulteriormente.
Nell’A.S. 2010/11 gli alunni con certificazione di DSA nel sistema formativo italiano sono stati 65.219, pari allo 0,9% dell’intera popolazione scolastica. Complessivamente la maggiore incidenza di alunni con certificazione di DSA si riscontra nel Nord e nel Centro Italia, a fronte di una minor incidenza nelle regioni del Meridione. La presenza maggiore si rileva nella scuola secondaria di I grado (27.630, pari all’1,5%), seguita dalla scuola primaria (21.933, pari allo 0,8 %) e dalla secondaria di II grado (15.656, pari allo 0,6%). 
Per l’A.S. 2011/12 la presenza maggiore resta sempre nella scuola secondaria di I grado (38.549, pari al 2,2%); segue la scuola primaria (27.278, pari all’1 %); in fine, la secondaria di II grado (24.203, pari allo 0,9%).Il dato che emerge con evidenza è l’incremento del numero di alunni con DSA nella scuola secondaria di II grado (+ 8.547 unità, pari a + 54 %) a fronte di un decremento complessivo degli alunni iscritti pari a 7.817 unità. nella scuola secondaria di I grado si registra un incremento numerico consistente, con + 10.919 (+ 39 %) alunni con DSA, a fronte di un incremento complessivo degli alunni iscritti pari a 4.912 unità. Il numero dei DSA aumenta tuttavia anche nella scuola primaria: + 5.345 unità (+ 24 %), a fronte di un decremento del numero complessivo degli alunni iscritti di 9823 unità. Il dato è significativo, specie tenendo conto del fatto che le diagnosi di DSA vengono elaborate a partire dalla seconda classe.Scorporando i dati delle macroaree, vediamo come gli incrementi degli alunni con DSA siano piuttosto omogenei fra le macroaree del Nord e del Centro. Sensibilmente inferiori sono, invece, gli incrementi della macroarea Mezzogiorno. Restano piuttosto bassi, nel Centro e nel Mezzogiorno, gli incrementi nella scuola primaria. Questo dato ci fa interrogare circa un diverso approccio alla certificazione fra le diverse aree del Paese.
RiassumendoIl grafico finale scorpora il dato suddividendolo secondo i vari gradi di istruzione. Si noti l’incremento di 10.919 unità (+ 39 %) nella scuola secondaria di I grado, a fronte di quello di 5.345 unità (+ 24 %) nella scuola primaria, e di 8.547 (+ 54 %) nella scuola secondaria di II grado. Il dato inferiore della scuola primaria, può essere spiegato anche dal fatto che, fino alla fine della seconda classe, non è possibile determinare con esattezza l’esistenza di un DSA.Dall’esame congiunto dei grafici, emerge una significativa impennata nel numero delle certificazioni: l’incremento totale è infatti di 24.811 unità, pari a circa il 37 %. Tale incremento è maggiormente indicativo se si considera il decremento nel totale degli alunni iscritti.
Nota: i dati sono aggiornati al 15 febbraio 2013
Fonte: Fonte: MIUR - D.G. per gli Studi, la Statistica e i Sistemi Informativi - Servizio StatisticoFONTE: “Elaborazione su dati del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca -Direzione Generale per gli Studi, la Statistica e i Sistemi Informativi”PDF: http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/alfresco/d/d/workspace/SpacesStore/5a6a1ca2-9464-4cf6-b709-a62cb91b0deb/alunni_dsa.pdf
Ora vorrei proporre alcune riflessioni socio pedagogiche, poichè le statistiche ci dicono solo, che questi numeri stanno aumentando ma non ci dicono il perchè.Le definizioni di disturbo specifico di apprendimento sono varie:L’ICD-10 (Classificazione Internazionale delle malattie, OMS,1992) e il DMS-IV (Manuale diagnostico a statistico dei disturbi mentali, APA; 1995) sono concordi nel fornire la definizione di Disturbo Specifico di Apprendimento.Da segnalare anche la classificazione proposta dall’ICF (Classificazione del Funzionamento, Disabilità e della Salute,OMS, 2001), nello specifcico la sezione “Apprendimento e applicazione delle conoscenze”:ICD-10:“questi sono disturbi nei quali le modalità normali di acquisizione delle capacità in questione sono alterate già nelle prime fasi di sviluppo. Essi non sono semplicemente una conseguenza di una mancanza di opportunità di apprendere e non sono dovuti a una malattia cerebrale acquisita. Piuttosto si ritiene che i disturbi derivino da anomalie nell’elaborazione cognitiva legate in larga misura a qualche tipo di disfunzione biologica. Come per la maggior parte degli altri disturbi dello sviluppo, queste condizioni sono marcatamente più frequenti nei maschi.” 
DMS-IV:
“i disturbi dell’apprendimento vengono diagnosticati quando i risultati ottenuti dal bambino in test standardizzati, somministrati individualmente, su lettura, calcolo o espressione scritta risultano significativamente al di sotto di quanto previsto in base all’età, all’istruzione e al livello d’intelligenza. Essi interferiscono in modo significativo con i risultati scolastici o con le attività della vita quotidiana che richiedono capacità di lettura, di calcolo e di scrittura.”I D.S.A. sono un gruppo eterogeneo di disturbi che si manifestano solamente nell’acquisizione delle abilità scolastiche quali la lettura, la scrittura e il calcolo. La loro caratteristica principale è la specificità: il disturbo riguarda uno specifico dominio di abilità in modo significativo ma circoscritto, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale.I DSA nello specifico sono:- Dislessia- Disortografia- Disgrafia- Disalculia.
Ora, non negando la validità di dati e definizioni e, neppure l'esistenza del disturbo si può obbiettare però sul fatto che ci si basa su test standardizzati e, guarda caso proprio alla fine della seconda primaria molti di questi disturbi vengono evidenziati quasi in concomitanza con la somministrazione dei test Invalsi (che sono molto distanti dal lavoro ordinario fatto in classe). Io mi chiedo se lo studio ha davvero rilevato un aumento dei disturbi di apprendimento o piuttosto se non riveli un problema di didattica che punta più sulla velocità dell'esecuzione che non sulla qualità dell'istruzione. Molti studenti non sembrano affetti da tali disturbi prima di una data età, molti sembrano bambini "standard" sino ad un certo percorso. E' strano che uno studente riesca, magari con profitto a frequentare un percorso di scuola e poi fermarsi, improvvisamente al successivo. Come fa uno studente a superare brillantemente, ad esempio quattro anni di scuola primaria e poi improvvisamente alla quinta gli viene diagnosticata la DSA, per esempio in lettura o calcolo? Negli anni precedenti non aveva manifestato niente? 
Non nego l'esistenza del disturbo, obietto sulla veridicità dei test che vengono somministrati per la rilevazione dei DSA e, critico una didattica molto veloce, che non lascia spazio per la sedimentazione degli apprendimenti. Ecco il punto se non ho capito bene ad esempio la differenza tra il suono B/P è facile che il dubbio tra i due fonemi si trascini per vario tempo per poi sfociare in un disturbo? Se secondo alcune definizioni le DSA sono disfunzioni cognitive e/o biologiche perché non fare un esame di laboratorio, una risonanza ad esempio? A mio parere tra queste diagnosi è possibile che ne esistano di sbagliate, così come capita per l'ADHD, i motivi sono vari: didattica veloce e povera di sussidi, infatti ora si parla di didattica compensativa e dispensativa per i DSA ma questa didattica dovrebbe essere applicata a tutta la popolazione scolastica. La didattica è spesso fondata da concetti astratti anche quando si chiede, per l'età, una didattica più pratica. I sussidi sono inesistenti, perché si chiede all'alunno che si ricordi regole e regolette e concetti più o meno astratti "a memoria" (come 1800), gli ausilii informatici sono cosa rara. Iperattività e DSA sono spesso correlati, mancanza di attenzione e concentrazione sono fattori comuni in alcuni casi, ma anche questo mi sembra qualcosa di abbastanza ovvio, ci sono bambini e adolescenti che passano intere serate tra TV, PC, giochi elettronici, tablet, Wii, cellulari con connessione internet, questi dispositivi per quanto utili, alterano la percezione, il senso del tempo e non neccessitano di grande concentrazione. Il minore viene assorbito da queste tecnologie e diventa meno fantasioso, più aggressivo e con basse capacità di concentrazione, La scuola invece richiede un grosso sforzo di concentrazione, lunghi periodi di attenzione ed una immobilità fisica forzata, se ci aggiungiamo che lo spazio è spesso poco allettante e la didattica basata sulla trasmissione orale e su un unico ausilio, il libro, va da sé che le problematiche DSA e ADHD non potranno che aumentare sia a livello reale che di pura percezione sociale. Una possibile soluzione? Una stretta collaborazione tra le due agenzie educative fondamentali: scuola e famiglia, limitazione delle ore passate tra giochi e computer, una didattica inclusiva per tutti.

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