Resta nel complesso sospeso
sempre e per sempre
il gioco mondano
dei dadi bianchi e neri?
Resta così, pochi vincitori perdenti,
molti perdenti perduti?
Sì, dicono i miei nemici.
Dico: Quasi tutto ciò che vedo
potrebbe essere diverso. Ma a quale prezzo?
Le tracce del progresso sono insanguinate.
Sono tracce di progresso?
I miei desideri sono semplici.
Semplicemente irrealizzabili?
Sì, dicono i miei nemici.
Le segretari sono in vita.
Gli spazzini non ne sanno nulla.
I ricercatori conducono le loro ricerche.
I mangiatori mangiano. Bene così.
Intanto mi chiedo:
Domani sarà ancora un giorno?
Questo letto sarà una bara?
Qualcuno ha ragione, o no?
E’ consentito dubitare anche dei dubbi?
No, il vostro consiglio di impiccarmi,
per quanto sia così saggio, non lo seguirò.
Domani sarà ancora un giorno (vero?)
occhi da aprire, battito di ciglia.
Qualcosa di buono da dire: ho avuto tanto.
Dolce giorno, in cui ciò che è comprensibile
si comprende da solo, nell’insieme!
Quale trionfo, Cassandra!
Un futuro da gustare, che io confuto!
Qualcosa di nuovo, sarebbe buono,
(i saggi Anziani già sapevano…)
ascolto attento i miei nemici.
Chi sono i miei nemici?
I neri mi chiamano bianco,
i bianchi mi chiamano nero.
Ascolto questo volentieri. Potrebbe significare:
sono sul giusto cammino
(esiste un giusto cammino?)
Io non mi biasimo. Biasimo coloro
a cui i miei dubbi sono indifferenti.
Hanno altre preoccupazioni.
I miei nemici mi stupiscono.
Hanno buone intenzioni con me.
Sarebbe tutto perdonato, accontentarsi
di sé e di loro.
Una piccola sbadataggine rende già amabili.
Un singolo Amen,
indifferente, quale Credo,
e potrei benedire ciò che è mondano,
impiccarmi, nel complesso
consolato e riconciliato, senza dubbi,
col mondo intero.