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Due anni in prigione per mafia, viene scarcerato e gli staccano le utenze: è invalido e malato di tumore, chiede aiuto al Comune

Creato il 06 maggio 2015 da Cremonademocratica @paolozignani
"Mi hanno condannato per mafia, sono stato due anni in prigione, in cella con un mafioso, ma che mafioso sono io che non ho neanche i soldi per pagare le bollette dell'acqua e della luce e del gas?" Di fatto Giuliano De Santis, cinquantenne, malato di tumore e invalido al 65%, ha chiesto aiuto all'assessore alle politiche sociali Platè mediante il comitato di piazza dei Patrioti. E ha raccontato la sua storia a Telecolor. I distacchi di utenze continuano: lo ha subito ieri Giuliano De Santis, che abita nel quartiere Cambonino in un alloggio popolare del Comune.

Condannato per associazione mafiosa finalizzata al commercio di sostanze stupefacenti, scarcerato nell'aprile 2014 dopo due anni di prigione ad Asti, è tornato a vivere a Cremona e ieri mattina, mentre si trovava nella casa popolare del Comune in viale Cambonino, è rimasto senza energia elettrica e acqua calda. Resta l'acqua fredda, il gas non c'è e nemmeno il teleriscaldamento. Giuliano De Santis, cinquantenne, calabrese nato a Cutro, stabilitosi a Cremona dall'età di 14 anni, ha subito il distacco delle utenze per morosità, perché ha un debito di cinquemila euro con l'Aem, ha chiesto aiuto al Comune e attende una soluzione. E' invalido civile al 65%, vive con una pensione da 290 euro al mese, la madre gli paga il canone dell'alloggio al Cambonino, la sorella e il fratello lo aiutano per le piccole spese e si è rivolto al Comitato di piazza dei Patrioti per entrare in contatto con l'amministrazione municipale. Già stasera sarà inviata all'assessore alle politiche Sociali Mauro Platè un'email per chiedere il riallaccio immediato delle utenze e un progetto di autosostenibilità. Giuliano non vuole vivere a spese del Comune: chiede un lavoro. Ha fatto l'artigiano edile fino al 2000, accetterebbe qualunque incarico, dalle pulizie al taglio dell'erba, pur di pagare il debito e tornare a vivere. Vita difficile, deve recarsi al Servizio tossicodipendenze dell'Asl e firmare in Questura ogni mercoledì e afferma di non essere nè alcolizzato nè tantomeno mafioso: quando mai i mafiosi non hanno soldi? Vale per lui il decreto del magistrato di sorveglianza Elena Mazzucco del tribunale di Torino, del dicembre 2014. Lunga la serie dei reati, dalla violazione fiscale allo sfruttamento della prostituzione, ai danneggiamenti aggravati, ha perso la patria potestà dei figli e gli è stato annullato il matrimonio. Non lavora dal 2006.

Stasera tornerà a casa e avrà solo un pezzo di pane da mangiare. Il suo caso ora è seguito dai servizi sociali del Comune.

Il comitato di piazza dei Patrioti in questi giorni ha ricevuto generi alimentari dai supermercati della zona, invenduti ma non scaduti, e ha iniziato a distribuirli tramite il portavoce Sandro Merli.


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