Lo Champagne è un mercato che sta ridisegnando i suoi contorni. Da una parte ci sono sempre le grandi marche con il loro classico e ben definito stile della maison. Dall’altra ci sono gli Champagne dei vignerons. In quest’ultima categoria rientrano due figure di spicco del territorio champenoise: Benoit Lahaye, installato a Bouzy che è la terra prediletta del Pinot Noir, e Pascal Agrapart a Avize nella Cote des Blanc ,terra di Chardonnay, fanno parte delle figure in ascesa dello Champagne. Tutti e due mettono al centro della produzione il terroir. La via fu tracciata da due grandi vignerons d’avanguardia: Anselme Selosse e Francis Egly ( Egly-Ouriet) . Anche Pascal e Benoit hanno scelto questa strada dell’eccellenza. Biodinamia per il Domaine Lahaye e lavoro constante della terra per Agrapart. L’ottenimento di uva di grande qualità è il loro punto in comune per potere produrre champagne dove il terroir prende un posto legittimo al cuore dell’espressione del vino. Secondo Pascal Agrapart possono esistere suoli identici in comuni diversi; questa sua ideologia è espressa nella sua cuvee Minerale. Questo è un assemblaggio di uve provenienti da Avize e Cramant, con suoli dalle caratteristiche simili. Pascal è innamorato dei terroir perchè il suo credo è la mineralità. Secondo lui il 75% della qualità proviene dal suolo ed il resto dalle foglie che faranno maturare l’uva. Ecco in poche parolo cosa dice Pascal:In Champagne 80% dell’uva è prodotta da vignerons che se ne fregano della qualità perchè 80% del vino è destinato al negoce. Per fare degli ottimi vini ci vogliono delle uve eccellenti, la vinificazione non serve a migliorare il prodotto finale. L’enologia non può giocare sulla mineralità, non rimane che la pratica di lavorare la terra dove l’uva è il vettore. Il terroir ammorbidisce l’effetto millesime ed io lo rivendico ogni anno perchè le mie pratiche culturali me lo consentono.
una delle vigne di Pascal
Benoit Lahaye è uscito dalla coperativa nel 1996 per produrre vini di terroir. Nelle terre calde di Bouzy riesce ad ottenere una ottima maturità per il Pinot Noir. Il papà do benoit ha sempre venduto l’uva alle coperative e Benoit decide, appunto, di iniziare a camminare da solo. Il primo passo è quello di ridurre le rese perchè ha toccato con mano i danni delle uve provenienti da vigneti troppo produttivi. Poi il passo successivo è stato quello di abbracciare la filosofia della biodinamica ed il suo crede è quello di ricercare la mineralità più che l’acidità.