Magazine Lifestyle

Due chiacchiere con Marco Rambaldi

Creato il 30 maggio 2014 da Alessia Foglia @AlessiaFoglia

Marco Rambaldi Marco Rambaldi Marco Rambaldi Marco Rambaldi Marco Rambaldi Marco Rambaldi Marco Rambaldi

Pensi a Marco Rambaldi, vincitore durante l’ultima fashion week del premio “Next Generation” promosso da Camera della Moda, e immagini di trovarti davanti ad un personaggio molto diverso dal ragazzo umile, sorridente e disponibile che ho conosciuto. Almeno, io mi ero immaginata qualcosa di diverso e sono quindi rimasta piacevolmente colpita!

Ho avuto il piacere di incontrare Marco Rambaldi dell’ambito degli eventi “I-Talent Experience” (di cui vi avevo parlato QUI), momenti di incontro e confronto con giovani talenti della moda Italiana. Marco non poteva quindi mancare: è italiano, è molto giovane (nasce a Bologna nel 1990) ma soprattutto ha un talento da lasciare senza fiato.

Il percorso formativo di Marco è anomalo: dopo essersi di­plomato in graphic design e aver studiato design del prodotto, si iscrive al corso di laurea in Design della moda. Marco non nasce quindi come stilista in senso stretto ma come designer, e di questo approccio non convenzionale alla moda ne fa il suo punto di forza.

Composizione strutturale, accostamenti cromatici, eccentriche stampe e sperimentazione dei materiali sono infatti la base del suo lavoro e i suoi abiti richiamo più opera scultoree che indumenti.

L’ispirazione della sua prima collezione “Giovani avi” nasce dalle foto di famiglia nelle quali protagonisti e atmosfere assumono ed interpretano il sapore di un’italianità distorta.

Le sue icone di stile sono le donne “perbene” della borghesia e allo stesso modo i suoi ricordi sono composti da abiti provenienti dal guardaroba della signora: la collezione Giovani avi è quindi sviluppata a partire dai classici elementi del guardaroba femminile come il loden, la mantella, la gonna a ruota, la camicia, la giacca da tailleur rivisti in modo da destrutturarne le proporzioni e il significato originario.

I capi sono riproposti e sporcati con disegni geometrici dal sapore islamico ad enfatizzare un’anacronistica idea borghese di esotismo mentre materiali plastici come lo scuba doppiato con jersey di lana e la seta lavorata sono attraversati da maxi paillettes in pvc stampato che agiscono come elemento di disturbo.

Stampe ricercate e stratificazioni composte da abiti, soprabiti, gonne e sottogonne, così come caviglie coperte da calzette rubate dal mondo dell’infanzia sono tutti elementi che, nella visione di Marco, costringono le buone cose di pessimo gusto a ritrovare una rigorosa semplicità.

Una collezione ambiziosa ed estremamente contemporanea che non può certo lasciare indifferenti.

Alessia


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog