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Due dubbi su Bankitalia, forse “inopportuni” ma tant’è

Creato il 21 agosto 2010 da Artigianauta
.............................Vengo dunque al punto. Vorrei vivere in un Paese in cui la vigilanza di Bankitalia non commissariasse istituti come il Credito Cooperativo Fiorentino di cui era presidente Denis Verdini, coordinatore del Pdl, solo all’indomani di una vicenda giudiziaria che lo coinvolge, e di una politica che lo delegittima. Quella banca da molti anni è affidata alla gestione su cui la vigilanza ora avanza 800 pagine grevi di irregolarità. Nulla si era trovato sino all’anno scorso, quando pure vi era stata un’ispezione. Le cointeressenze sospette con alcuni soci e i buchi sull’antiriciclaggio sono tutti degli ultimi mesi? Così facendo non si finisce per alimentare l’improprio sospetto che anche Bankitalia adotti una prassi tutta italiana, dare letture e giudizi diversi dei fatti a seconda che chi li ponga in essere sia divenuto più debole per ragioni che con la sana e prudente gestione bancaria nulla hanno a che vedere?Il mio punto non è difendere Verdini. Da liberita senza partito, vorrei anch’io un Paese in cui ai politici, a tutti i politici, sia inibita la presidenza di una banca. Ma fatto sta che la legge vigente invece oggi lo consente, se la banca è appunto un istituto di credito cooperativo. Dunque soggettivamente Verdini  presidente non mi piace in quanto politico, ma oggettivamente per impedirglielo bisogna cambiare la legge, come ha onestamente riconosciuto anche Massimo Mucchetti sul Corriere dell sera.Vorrei poi anche vivere in un Paese in cui, a maggior ragione dopo tre anni di crisi finanziaria, non avvengano vicende pazzesche come quella della Banca Popolare Meridionale, di cui già qui ci siamo occupati mentre la stampa nazionale non la degna inspiegabilmente di una riga, una vicenda che ha visto un tal Cacciapuoti, sedicente principe di Montebello, raccogliere milioni di euro da centinaia di soci per poi involarsi nel nulla, come in un film di Totò. Non aveva richiesto la licenza a Bankitalia. Ma perché, quando la Consob lo autorizza pubblicamente alla raccolta del capitale, non muoversi immediatamente e accertare che c’era puzza di truffa lontano miglia?Non dirò che prestare denari a gruppi “amici” – cvedo il caso Zaleski, ma potrei enumerarne a iosa – al di là del merito di credito è prassi italiana bancaria invalsa, e dunque se vale per i grandi debba valere per tutti. Al contrario, proprio perché son di quelli che non vorrebbe valesse per nessuno, a maggior ragione non voglio pensare che ciò che oggi colpisce Verdini avviene solo perché politicamente da per bene è diventato birbone.

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