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Due euro il prezzo di “Mondo Padano”, settimanale dell’industriale dell’acciaio: il quotidiano Le Monde costa 0,7. Che coraggio: il prezzo del conflitto d’interessi lo paghiamo noi!

Creato il 24 ottobre 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Due euro. Ben due euro costerà Mondo Padano, il settimanale di Arvedi Giovanni, che uscirà in edicola il sabato da dicembre, indipendentemente dal quotidiano La Provincia, che continuerà invariata, a un euro e venti centesimi. E’ un’indiscrezione che sta circolando a Cremona da qualche giorno. Giovanni Arvedi è l’industriale dell’acciaio, noto anche per la partnership con Siemens.

Ma per leggere le nuove autorizzate da Arvedi, editore anche del giornale La Provincia, bisognerà scucire due euro. Questo trapela e così probabilmente sarà. L’editore potrebbe ribattere si tratta di un settimanale. Rendiamoci conto che il suo quotidiano La Provincia costa come i grandi giornali europei se non di più e che il sito on line del quotidiano cremonese offre molto meno, per pubblicare notizie pericolosamente orientate nella difesa dei piccoli e grandi poteri. Una settimana di notizie timbrate Arvedi vale quasi come tre copie della migliore stampa europea.

E’ un modello editoriale, quello del quotidiano La Provincia, che potrà piacere tanto o essere ritenuto indispensabile dai politici per “raggiungere l’elettorato”, ma non è popolare né aiuta il territorio a fare un passo avanti: offre solo una certificazione dell’esistente esaltando il clamoroso conflitto d’interessi degli editori de La Provincia e dello stesso Arvedi, in un quotidiano che da fa da notaio di quel che accade giorno per giorno selezionando le notizie e non pubblicando quelle che danno fastidio agli inserzionisti o agli amici, come fanno più o meno tutti i giornali cartacei di un Paese in crisi. Il notaio, il certificatore di una realtà locale dominata dagli stessi editori.

E tutto questo è normale purtroppo. Perché il sistema economico è internazionale (globale come si dice oggi) ma il controllo effettuato dai poteri grandi e meno grandi è locale. Nulla deve sfuggire alle maglie del potere. Una provincia di 360mila abitanti sarà piccola, ma non può essere lasciata a se stessa, finendo per esprimere deputati o consiglieri regionali fastidiosi.

Per fare un paragone sproporzionato e rendere l’idea: Giacomo Matteotti è potuto entrare in Parlamento quando il territorio non era controllato. Oggi non potrebbe più essere eletto, a meno di un miracolo popolare.

Le cause della crisi sono rinvigorite da una cattiva informazione, che non propone, non polemizza, non discute.


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