Ora che i nostri figli sono grandicelli e hanno smesso di guardare solo
cartoni, ci piace ogni tanto la sera vedere un film insieme a loro. Non vi parlerò quindi di novità cinematografiche, ma di due vecchi film che per caso abbiamo trovato in uno degli ultimi video-noleggio del nostro quartiere. Si tratta di due film simili, il primo italiano, il secondo americano e, nonostante la produzione americana non abbia mai ammesso che si sia trattato di un remake, l’idea che ce ne siamo fatti è proprio quella. Il primo film è DA GRANDE (1987), di Franco Amurri, con Renato Pozzetto, Ottavia Piccolo e Giulia Boschi. Il secondo è BIG (1988) di Penny Marshall con un giovane e formidabile Tom Hanks.In entrambe le versioni il piccolo protagonista, stufo di essere un bambino sogna di diventare in fretta un adulto. Incredibilmente il suo sogno si avvera ed entrambi si ritrovano improvvisamente cresciuti, ognuno nel proprio film.
Ovviamente le situazioni divertenti generate da dei bambini in un corpo da adulti le potete immaginare da soli. In entrambi i casi gli attori sono stati davvero bravi, specie considerando che si tratta di ruoli che in mani di attori non così capaci avrebbero potuto facilmente far scadere il film nel grottesco e nel ridicolo.
Le espressioni di Tom Hanks tra l’esaltato e l’incredulo per i “poteri” acquistati da adulto, nonostante la nostalgia di fondo per la famiglia, da sole valgono il film: un’alternanza di emozioni resa in modo impeccabile dall’attore statunitense (non che ci fossero dubbi in verità sulle sue doti!).
Anche Pozzetto, nel suo personaggio decisamente più infantile e bambinesco rispetto all’omologo americano, pur non essendo tra i miei attori preferiti, se l’è cavata davvero bene.
Più di tutto però mi ha colpito la differenza tra la storia americana, nella quale il piccolo adulto viene assunto fortunosamente in una fabbrica di giocattoli e al suo interno fa una carriera fulminante (d’altra parte chi meglio di un bambino può dare il suo contributo a una simile azienda?).
In pratica si realizza in questo film il cosiddetto Sogno Americano: un paese in grado di dare opportunità vere ai cittadini che hanno voglia di impegnarsi (qualcuno ha mai pensato di vendere l’Italia agli americani?).
Nel film di Amurri invece Pozzetto, riesce, come un vero piccolo precario italiano in erba, (e la differenza di punto di vista tra i due registi di per sé è già esemplare!) a guadagnarsi il pane facendo il baby sitter (ovviamente spassosissimo nel suo caso). Ma (e questa è una piccola chicca) indovinate di chi? Di Ilary Blasi, in questo caso bambina davvero!
Differenze a parte, due serate piacevoli sia per i bambini che per me. (Il Marito? Lui non fa statistica: dopo i primi 10 minuti cade in un sonno narcolettico!)