Giovedì 29 dicembre ero a casa dal lavoro, era più o meno l’ora di pranzo e mia mamma non era ancora rientrata dalla spesa. Al giovedì a Trezzano sul Naviglio, nel quartiere Zingone, dopo le 10.30, c’è una bancarella che vende prodotti campani e lei va sempre a comprare qualcosa e torna a casa più contenta, essendo lei molto fiera delle sue origini e dei prodotti della sua regione. Io invece ero a casa, in salotto che non sapevo bene come impiegare il tempo. Ho acceso allora la televisione e ho messo su Sky, non c’era niente che mi interessasse particolarmente guardare e allora ho girato su Sky Tg24.
Proprio in quel momento i giornalisti in studio si sono collegati con la sala stampa della Presidenza del Consiglio, dove era programmata la conferenza stampa di fine anno del Presidente del Consiglio Mario Monti. La conferenza è durata due ore e mezzo e, secondo alcuni giornalisti, è durata anche troppo. Giorgio Dell’Arti, di Vanity Fair, ha scritto: “Forse i collleghi non hanno più la testa per resistere a una lunga lezione di alta dottrina e di notevole humor”. Io sono d’accordo con Dell’Arti e ho seguito il discorso di Monti con grande interesse.
Il presidente ha spiegato come fossimo a un passo dal baratro ma ci siamo salvati: “Stavamo andando in direzione sud est, poi abbiamo frenato. Eravamo arrivati sull’orlo di un burrone senza parapetto e avevamo forze che ci spingevano”. C’è mancato poco: “La situazione è stata acciuffata per i capelli”.
Il premier ha annunciato le linee guida che daranno la direzione all’azione del governo: riforma del catasto, liberalizzazioni e riforma del mercato del lavoro. L’Italia dovrebbe raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013 e poi ci dovrebbe essere una progressiva riduzione del debito. Monti ha invitato a considerare con più freddezza lo spread con i titoli tedeschi: “Anch’io naturalmente lo controllo ogni giorno, ma senza divinizzarlo se va bene e senza demonizzarlo se va male”.
Due frasi pronunciate da Monti e riportate poi sui giornali fanno capire di che pasta è fatta la persona chiamata a risollevare l’Italia: “Alleviare l’onere fiscale su chi produce, spostandolo su chi detiene attività finanziarie” e “Rendere più omogenea la preoccupazione effettiva, cioè evitare che alcuni non siano preoccupati per niente e altri ipergravati dall’ansia”.
Un pensiero il premier lo ha rivolto anche alla vicina Germania: “A volte credo di essere stato nominato per dare risposte all’opinione pubblica tedesca, perchè in Germania sono considerato il più tedesco degli economisti italiani” e poi Monti scherza anche ricordando che la Sueddeutsche Zeitung gli ha fatto il complimento più bello “Sono stato definito dal giornale tedesco come il genero perfetto: parlo poco, vesto in modo banale, non faccio rumore”.
Quando si leggono poi articoli come questo sul sito del Corriere della Sera, dove un ex ministro come Calderoli si permette di mettere in dubbio e di criticare la buona fede di Mario Monti e si leggono risposte ufficiali da parte del nostro premier sul sito del Governo come questa, allora sì che si guarda alla politica con occhio differente. Il vento sembra proprio cambiato.