Due mesi fa è stata la giornata internazionale dell’alimentazione e anche oggi nel mondo una persona su sette va a letto senza cena o soffre la malnutrizione.
La malnutrizione è la conseguenza prolungata nel tempo di difetti nutrizionali; in altre parole una diminuita assunzione o assorbimento di proteine, minerali, vitamine o calorie e in alcuni -pochi- casi è il sintomo di una vera malattia anche se si ha da mangiare. In determinati paesi invece è strettamente collegata alle condizioni socio-economiche -cui si aggiunge spesso l’estrema giovinezza delle madri- e colpisce in maggior parte i bambini… poco cibo e sempre lo stesso per intenderci. Molti studi hanno cercato di determinare i fattori di rischio che incidono sulla malnutrizione nei paesi in via di Sviluppo e tutti sono connessi alle condizioni di povertà e al grado d’istruzione dei genitori.
Di seguito alcune cifre estratte da un recente rapporto FAO, non sono solo numeri ma per molti pancia vuota e vita in bilico mentre un terzo del cibo finisce nella… spazzatura.
870 milioni
le persone nel mondo che soffrono di malnutrizione cronica. La maggior parte vive nei paesi in via di sviluppo di questi la maggior parte sono africani e la maggior parte sono bambini
1.83 milioni
le persone in Uganda che vivono quotidianamente l’insicurezza alimentare
95
la percentuale delle persone in Karamoja che vivono quotidianamente l’insicurezza alimentare
600 milioni
di persone sarebbero ancora sottonutrite anche se si raggiungessero gli obiettivi di sviluppo del millennio entro il 2015
1000
i primi tre anni di vita di un bambino malnutrito portano a una permanente riduzione delle capacita cognitive diminuendo il potenziale di rendimento scolastico
16
con l’eccezione di Haiti- sono africani i primi sedici paesi con la più alta percentuale di malnutriti
20
il più povero 20% della popolazione è composto da venditori di cibo
70
i più poveri spendono fino al 70% del reddito per procurarsi cibo
3-4
i mesi in media che trascorrono dall’acquisto alla consegna del cibo nelle zone di carestia
43
la percentuale della superficie delle terre emerse che è stata convertita ad agricoltura, infrastrutture o aree urbane per sostenere la popolazione mondiale attuale
9 miliardi
in modo da soddisfare le necessità alimentari di nove miliardi di abitanti nel 2050 FAO stima che la produzione agricola globale deve crescere del 70% e di quasi il 100% nei paesi in via di sviluppo
56 mila
i bambini sotto i cinque anni di vita muoiono ogni anno per cause connesse alla malnutrizione in Uganda
25
un quarto della popolazione ugandese è incapace di assicurarsi una quantità di cibo adeguata per parte o tutto l’anno
1.3 miliardi
le tonnellate di cibo perse o buttate ogni anno. La maggior parte delle perdite nei paesi in via di sviluppo, la maggior parte degli sprechi nei paesi sviluppati
Gli investimenti delle multinazionali in Africa sono tutto tranne che investimenti utili ai più vulnerabili. La questione degli investimenti agricoli poi è fondamentale: può essere fattore di sostegno e crescita per i piccoli produttori o, al contrario, lì può annientare.
La situazione più critica riguarda i paesi dell’Africa sub sahariana; veramente colpiti dai cambiamenti climatici. Secondo il rapporto FAO in Africa la situazione è peggiorata, con un aumento delle persone malnutrite passate da 175 a 239 milioni. Progressi sono stati invece registrati in Asia, America Latina e Oceania.
A pesare negativamente sul quadro alimentare globale sono stati gli ultimi rincari dei prezzi degli alimenti come conseguenza del calo dei raccolti in diversi paesi produttori. D’altra parte negli ultimi trenta anni sono crollati gli investimenti e gli aiuti al settore agricolo, passati dal 20% al 4% di oggi mentre le crescenti esigenze alimentari del nostro pianeta sono diventate una fonte di preoccupazione per la sopravvivenza futura.