Spider Truman è amato da 252.599 fan (su Facebook alle 15.52 di lunedì 18 luglio) e odiato almeno da 630 deputati. Forse da 315 senatori, ma di loro Spider non parla. Sicuramente da un nutrito stuolo di intellettuali, dietrologi, cospiratologi. Questi ultimi si chiedono il perché della sovraesposizione mediatica. Un boom con pochi precedenti. Gatta ci cova, dicono. Dietro ci saranno certamente le oscure forze del male, dell’antipolitica, del qualunquismo, del ribellismo fine a se stesso.
Non lo so, non so rispondere a questa domanda. Fino a questo momento, Spider Truman non ha rivelato granché. Si tratta per lo più di cose già scritte, dette, lette. Da giornalista, voglio trattare Spider come una fonte anonima, da prendere dunque con le pinze, da non considerare come “unica fonte”.
Le sue informazioni – e speriamo ne arrivino di originali e inedite – devono essere incrociate con altre fonti. Stiamo parlando della Camera dei Deputati, di un’istituzione pubblica che ha il dovere di essere “casa di vetro”.
Se Spider Truman parla dell’epidemia di furti denunciati dai deputati e dell’immediato rimborso “sulla parola” da parte dell’assicurazione, i giornalisti hanno il dovere di chiederne conto alla Camera, al suo Presidente. Quanti furti? Chi li ha subiti? A quanto ammontano i rimborsi? E così via per tutte le altre “rivelazioni”.
Spider Truman non è Julian Assange, né la Gola Profonda del Watergate. I cronisti ne hanno tante, di fonti anonime, ma nessuno si sognerebbe mai di pubblicare articoli senza aver incrociato le informazioni con altre fonti.
Perché dunque tanto scarmazzo (per dirla alla Camilleri)? Perché i tempi sono cambiati, perché adesso ci sono i social network, perché i cittadini sono diventati ipersensibili e intolleranti agli sprechi e ai privilegi della politica. Non perché siano diventati tutti antipolitici, altrimenti non si spiegherebbe cos’è accaduto con i referendum, ma perché vorrebbero un altro approccio alla politica.
Non è per caso che anche in Italia si siano vendute quasi un milione di copie del libretto diStéphane Hessel, l’ex partigiano francese che – a 93 anni – ha urlato Indignez-vous! ai francesi.
Anche gli italiani, nel loro piccolo, si incazzano. E se c’è Facebook a fare da megafono, ben venga anche Spider Truman, nella speranza che si tratti di una “buona fonte”.