Aspettiamo ancora. L'attesa prolungata toglie vitalità. Dilata il tempo, a volte lo restringe pure. Giorni, settimane, mesi si susseguono e guardando indietro, appaiono come una macchia d'olio che si espande lentamente. Ma neanche tanto lentamente poi. E copre gli odori, modifica i colori, liquefà le esperienze che movimentano seppur di poco le giornate. E' difficile dare importanza ai diversi attimi che compongono il tempo quando questi si susseguono uguali, uno dietro l'altro. Si cerca di metterne a fuoco le impercettibili differenze: la pagina di un libro che risveglia emozioni nuove, una foglia arancione che ti cade davanti mentre passeggi e ti ricorda che l'autunno non è poi così lontano, che le stagioni si susseguono anche senza la tua diretta partecipazione; un viso nuovo che si rivolge a te con curiosità e lo scambio di pensieri nuovi, non riciclati che a volte ne consegue.
Come barchette di carta che galleggiano su un fiume, ne seguiamo il percorso. Qualche bastoncino o cascatella movimenta il percorso, altrimenti ci facciamo trasportare più o meno indisturbati. La differenza fra una barchetta a remi e una di carta è che con la prima puoi navigare, remare anche contro corrente se serve. Quella di carta segue solo la corrente e s'inzuppa pure un pò, così che se non la si ferma, finisce con l'affondare, riducendosi in poltiglia.Se questa attesa non finisce, se non possiamo navigare liberamente, finiremo con l'affondare in questo fiume di giornate tutte uguali e, tranne che per i ramoscelli suddetti, abbastanza senza senso. Dobbiamo fare uno sforzo per mantenerci attivi e 'vivi'.Ma manca poco. Un giorno ancora e poi sapremo. E poi decideremo e agiremo. Basta scivolare via.