Magazine Diario personale

Due parole doverose su Roma e sul Lazio.

Creato il 10 giugno 2015 da Cristiana

Sono un po’ di giorni che mi viene da piangere per quello che sta accadendo a Roma e nel Lazio: la chiamano #mafiacapitale, ma è evidente che le dimensioni sono molto più vaste e hanno valicato la città arrivando in regione.

Tutte le battaglie che abbiamo fatto in questi anni, spesso in totale solitudine e accusati di infangare l’immagine del partito all’improvviso sono diventate le cose per le quali potevamo accorgerci tutti facilmente di cosa stava succedendo. Alcuni di noi hanno gridato fortissimo. Ma non è bastato.

La pratica dei manifesti abusivi (ci chiedevamo dove arrivavano tutti questi soldi e ci lamentavamo dei lavoratori migranti in nero usati per attaccarli ovunque), le primarie cammellate messe più volte a verbale e molto prima delle primarie per il sindaco di Roma, le tessere false, le immense cene, le campagne elettorali costosissime, inaffrontabili da un normale cittadino, le volte che in alcuni comuni alle primarie votava più gente dei votanti al PD e, in ultimo, tutti quegli eletti (tanti) che non pagavano contributi ai partiti rendendo il partito e i suoi dipendenti deboli, troppo deboli rispetto ai comitati elettorali.

Tutto quello che sta accadendo sta intaccando tantissimo la città e i suoi cittadini in termini sociali prima che politici.

E’ un autentico disastro, anche culturale, perché sta gettando fango su tutti, anche sugli innocenti accusati di non avere vigilato a sufficienza o di non avere gridato abbastanza forte. Roma ci metterà anni per riprendersi da quello che sta accadendo e i prossimi anni saranno difficilissimi. Roma è una città dove non esiste più la fiducia, completamente rasa al suolo.

Io però questo lo devo dire a tutti. Non ai militanti del PD, ma a tutti i cittadini che militano in un partito da Canicattì a Bolzano: se vedete scorrere troppi soldi fatevi delle domande prima che se le facciano i magistrati.


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