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Due parole su che cosa rende grande un libro

Creato il 05 aprile 2012 da Mdileo @atmospherelibri

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Si può restare troppo coinvolti quando leggiamo? Invece di essere in grado di godere di un libro per quello che è, dobbiamo scavare più a fondo per strappare ciò che lo distingue.

Perché il fatto è che non esiste un modo giusto o sbagliato di leggere. Dovremmo leggere questi lavori per ciò che non sono i loro punti di forza, come il fatto che ci sembra di godere pensando anche ad altre opere che hanno questi punti di forza. Si potrebbe apprezzare la storia di Twilight di Stephenie Meyer, la cui scrittura è terribile, ma la storia è avvincente? Si potrebbe apprezzare lo stile di scrittura ampolloso di Tolkien? Potremmo passare così tanto tempo ad analizzare alcuni aspetti di questi romanzi, ma qual è il punto cruciale?

La vera letteratura non si limita a fare solo una cosa per bene. Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi non è scritto solo bene, ma la storia è anche seducente. Le avventure di Huckleberry Finn di Mark Twain, o anche Uomini e topi e Harry Potter hanno una voce unica e la storia è piacevole. L’ombra dello scorpione è probabilmente la più letteraria di una qualsiasi delle opere di Stephen King, perché riequilibra un tono colloquiale e una narrazione veramente significativi.

E così fanno altri libri ritenuti di grande letteratura. Gli autori trovano l’equilibrio tra storia e stile che alcuni lettori possono non scorgere.

Non fraintendetemi. Ci sono molti “grandi” che sono immeritevoli. Jane Austen era più innamorata della prosa florida rispetto a qualsiasi tipo di narrazione vera e propria, come lo era James Joyce. Penso che John Steinbeck non sia riuscito a trovare il giusto equilibrio in Furore come ha fatto in Uomini e topi. Né ci sono riusciti Mary Shelley o Bram Stoker, che raccontano storie meravigliose in modo tremendo.

E questo è tutto ciò che fa grande la letteratura. Un equilibrio. Un equilibrio tra parole e storia, arte e tecnicità. Come lettori, quando apriamo un libro, abbiamo bisogno di avere una mente aperta. Certo, siamo in grado di apprezzare la storia, ma sta a noi fare in modo che una scrittura atroce sia sempre considerata atroce. Siamo in grado di apprezzare la scrittura, ma dobbiamo fare in modo che la scrittura dica in realtà qualcosa invece di essere solo belle parole.

È compito dei lettori determinare ciò che diventa un grande libro. E non possiamo farlo con i paraocchi, se la nostra ricerca è concentrata a senso unico sulle parole o sulla storia.


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