Diamo un’occhiata in casa del centrodestra. I duellanti sono (erano?) due. Il sindaco facenti funzioni di Reggio, Giuseppe Raffa, e il capogruppo del Pdl al consiglio regionale, Luigi Fedele. Il primo sponsorizzato dal coordinatore provinciale Nino Foti, il secondo lanciato direttamente dal governatore, Peppe Scopelliti. La bilancia sembra pendere a lungo dalla parte di Fedele, che può contare sull’appoggio dei consiglieri regionali colleghi di partito, espresso con documento fatto pervenire ai vertici di via dell’Umiltà, oltre che sul sostegno di gran parte della rappresentanza pidiellina calabrese in Parlamento. La candidatura rappresenterebbe anche un risarcimento per lo sgarbo del 2008, quando alle elezioni politiche, dopo un estenuante tira e molla con Foti, Fedele fu retrocesso nel listino della Camera in tredicesima posizione, primo dei non eletti. L’allegra passeggiata notturna di un mese fa sotto la pioggia nel corso di Sant’Eufemia d’Aspromonte, presenti Scopelliti, Sarra e Fedele (che seguiva il corteo sulla macchina) sembrava preludere all’investitura. Ma non è così. Raffa e Foti, che gioca da sempre una personalissima partita contro Fedele, non demordono. Per giorni la tratta Roma-Reggio diventa infuocata. Alla fine (ma siamo sicuri?) la spuntano loro, non si sa con quali argomenti, visto che Berlusconi aveva dichiarato “non posso scontentare il mio governatore”. Uno schiaffo che deve avere fatto male, se nessuno del Pdl calabrese si è fatto vedere alla conferenza stampa nella quale Raffa annuncia la sua candidatura per palazzo Foti, né ha sentito il bisogno (a parte Gianni Nucera) di rilasciare dichiarazioni.
Spostiamoci al centro. L’Udc conferma l’accordo regionale con il Pdl, ma il suo politico di punta nel reggino, Pasquale Tripodi, è di tutt’altro avviso. Da un po’ di tempo scalpita per il mancato riconoscimento della sua affermazione alle passate elezioni regionali. Messo all’angolo da Scopelliti, che promuove in giunta Stillitani, e dal suo stesso partito, che lo esautora da capogruppo, intraprende un braccio di ferro quotidiano con il coordinatore regionale, l’europarlamentare Gino Trematerra. Obiettivo dichiarato è la costituzione, almeno nella provincia di Reggio, del Polo per la nazione con l’autorevolissima candidatura di Pietro Fuda per la provincia. Sarebbe un passaggio coerente con la strategia nazionale del partito. Sarebbe. Perché in realtà sul percorso ci sono le mine piazzate da Trematerra e dalla rappresentanza regionale dell’Udc, fedele allo schema dell’alleanza con Scopelliti. Probabile, quindi, che Tripodi sarà espulso dal partito per volere fare quello che Casini predica da più di un anno.
E a sinistra? Massimo Canale, candidato a sindaco di Reggio, è da tempo in campagna elettorale, anche se non si capisce con quali truppe. In Italia dei valori si sta consumando la lotta al calor bianco tra il segretario provinciale Domenico Ceravolo, che punta su Canale al comune e l’uscente Giuseppe Morabito alla provincia, e Giuseppe Giordano il quale, spalleggiato dal coordinatore cittadino Aldo De Caridi, ha già stretto un accordo con SeL e i Verdi e fatto sfiduciare Ceravolo (confermato però a Roma) dalla maggioranza del direttivo di Idv.
Il Pd non è ancora pervenuto. Buio pesto sul comune. Per la provincia dovrebbe essere ricandidato Morabito, anche se ancora nessuno si è espresso. Forse qualcuno lo farà al risveglio dal coma farmacologico in cui vegeta il partito, che per bocca del commissario provinciale Mommo De Maria dovrebbe farsi promotore di un’interpartitica dedicata alle candidature. Interpartitica? Forse sarebbe prima il caso di fare chiarezza in casa propria.
A bordo ring, l’Mpa – orfano di Belcastro e Mesiti, ora tra i “responsabili” che stanno tenendo in vita il governo – che a livello nazionale si sta spendendo per il terzo polo e che a Reggio flirta a sinistra e al centro, e i Repubblicani di Nucara a caccia di una candidatura alla provincia da strappare ai litigiosi alleati pidiellini.
Alla faccia della semplificazione del quadro politico.